Preti pedofili: stampa estera scatenata contro il Papa. Sodano: “Attacchi come quelli a Pio XII”

Il Papa non parla di pedofilia durante la messa di Pasqua e si attrae, così, i duri attacchi della stampa estera. Di fronte alle critiche, però, la Chiesa reagisce e parla di  “attacchi simili a quelli subiti da Pio XII” per la questione Shoah durante la seconda guerra mondiale. A scendere in piazza in difesa del Pontefice sono stati sia il Segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone sia il suo predecessore, ora decano del collegio dei cardinali, Angelo Sodano.

Quest’ultimo ha scelto le colonne dell’Osservatore Romano per esporre il pensiero della Chiesa: «È ormai un contrasto culturale – afferma Sodano- il Papa incarna verità morali che non sono accettate e così le mancanze e gli errori di sacerdoti sono usate come armi contro la Chiesa». Per il cardinale «dietro gli ingiusti attacchi al Papa ci sono visioni della famiglia e della vita contrarie al Vangelo. Ora contro la Chiesa viene brandita l’accusa della pedofilia. Prima ci sono state le battaglie del modernismo contro Pio X, poi l’offensiva contro Pio XII per il suo comportamento durante l’ultimo conflitto mondiale e infine quella contro Paolo VI per l’Humanae vitae».

Bertone, invece, leva la sua difesa dal Cile, dove martedì 6 aprile è atterrato per una visita ufficiale nell’ambito della quale sarà ricevuto mercoledì alla “Moneda” dal presidente Sebastian Pinera. Ai cronisti che lo incalzavano sulla questione pedofilia il Segretario di Stato vaticano ha risposto ricordando “la piazza piena di gente a Pasqua” e sottolineando che “Benedetto XVI è un Papa forte, il Papa del terzo millennio”.

Ratzinger, dal canto suo, a Pasqua ha seguito un suo percorso e ha chiuso la celebrazione affermando che  «la fede continuerà ad illuminare la Chiesa e a sostenerla, anche nelle difficoltà, mentre sotto il cielo si aggira una umanità dolente, in crisi sempre più profonda. In mezzo, i sacerdoti, travolti dall’onda degli scandali sugli abusi, che oggi il Papa ha esortato invece ad essere angeli, messaggeri della vittoria di Gesù sul male e sulla morte».

Un accenno alla questione pedofilia insufficiente per gli osservatori dei giornali stranieri. Dagli Stati Uniti alla Spagna, la stampa estera punta i riflettori sul messaggio “Urbi et orbi” rivolto dal pontefice a tutti i fedeli. E sottolinea come Ratzinger non abbia evocato direttamente la crisi che sta scuotendo la Chiesa cattolica.

«Il messaggio di Pasqua del papa ignora lo scandalo degli abusi sessuali», titola il britannico The Times, evidenziando che il pontefice «non ha fatto “mea culpa” sulla crisi della pedofilia mentre il cardinale Sodano ha insistito sul fatto che la Chiesa non si lascerà intimidire dal chiacchiericcio» delle opinioni dominanti. Parlando nella cattedrale di St. Mary, a Edimburgo, il capo della Chiesa cattolica scozzese Keith O’Brien «ha difeso il Vaticano, affermando che simili problemi dovrebbero essere affrontati a livello locale, ma ha comunque suggerito che il papa dovrebbe tornare a chiedere scusa per la crisi degli scandali sessuali». A Dublino, invece, la messa pasquale è stata segnata dalle proteste dei fedeli: «Alcuni hanno collocato sull’altare delle scarpe da bambino per ricordare le vittime degli abusi. Altri, durante la funzione, hanno gridato ’vergognà all’arcivescovo irlandese Diarmuid Martin», scrive il Times.

Anche il Guardian, in un articolo dal titolo «Il papa incurante degli abusi sessuali sui minori», sottolinea come, mentre «i vescovi in tutta Europa abbiano approfittato della Pasqua per chiedere scusa e riconoscere i danni causati dagli scandali, il pontefice sia rimasto impenitente». L’unico riferimento al «tumulto» degli ultimi giorni, scrive il Guardian, è giunto dal cardinale Sodano, che ha «lodato il pontefice per la sua fortezza d’animo». Oltreoceano, il Washington Post, in un editoriale di Timothy Shriver, si chiede se «il Papa potrà ristabilire la purezza del cattolicesimo» e paragona la crisi che sta attraversando la Chiesa «allo scandalo Watergate che inghiottì gli Usa negli anni Settanta». Alla fine – scrive il giornale – «il presidente degli Usa fu coinvolto e costretto a lasciare l’incarico. La Chiesa cattolica è su una strada simile per le dimissioni del pontefice?».

Il New York Times, in un articolo intitolato «Il supporto pasquale per il papa, e qualche scusa», mette in risalto l’intervento di Angelo Sodano e scrive che «ci sono state espressioni di rimorso sugli abusi da alcuni pulpiti d’Europa». Tuttavia, sottolinea il Nyt, «la feroce difesa del papa fa riferimento alla stessa natura del papato»: chi occupa il soglio pontificio «eredita il trono di Pietro e ha una posizione unica come figura religiosa e leader secolare. Perciò alcuni uomini di Chiesa interpretano il problema del ruolo di Benedetto XVI negli scandali come un attacco alla fede».

In Spagna, El Pais scrive che «la settimana più intensa per la Chiesa si chiude senza riferimenti diretti allo scandalo degli abusi sessuali», mentre «la gerarchia cattolica serra le fila attorno al pontefice», che ha «terminato la Settimana Santa così come l’aveva iniziata: senza pronunciare una sola parola sui casi di abusi sui minori».

In Francia, anche Le Figaro evidenzia come «i cardinali abbiano serrato i ranghi attorno a Benedetto XVI», mentre Le Monde scrive che nel suo messaggio “Urbi et Orbi” Ratzinger ha fatto riferimento a «un orizzonte di conflitti e catastrofi nel mondo senza evocare la tempesta degli scandali della pedofilia che agita la Chiesa da settimane».

E anche nella “sua” Germania, il pontefice occupa la copertina del settimanale Der Spiegel con un titolo tutt’altro che lusinghiero: sopra l’immagine di Ratzinger campeggia infatti la scritta “L’infallibile”, ma con un doppio segno di pennarello rosso che cancella il prefisso “in”, trasformando l’aggettivo in “fallibile”. Nelle pagine interne, il lungo articolo dedicato alla vicenda è significativamente sottotitolato “La fallita missione di Joseph Ratzinger”: all’interno si parla di «crisi della Chiesa» e «sdegno sul suo pontificato». «Benedetto XVI ha guastato i rapporti con ebrei e musulmani, con molti cattolici e anche con i tedeschi che, al momento della sua elezione, erano così fieri di lui», osserva lo Spiegel.

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