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Nepal: violenti scontri tra maoisti e polizia, 70 arresti e 100 feriti

di Alessandro Avico |21 Dicembre 2009 10:09

Agenti di polizia nepalese in tenuta antisommossa e armati di manganelli e lacrimogeni domenica scorsa si sono scontrati con i simpatizzanti maoisti a Kathmandu, che hanno messo in scena la protesta più grande dall’abbandono del governo sette mesi fa.

La violenza è un nuovo segno che il processo di pace si è ormai arenato. Tutto è iniziato con i maoisti che hanno bloccato le strade a Katmandu, la capitale del Nepal, bloccata anche dai tre giorni di sciopero generale indetto per protestare contro il presidente Ram Baran Yadav e la domanda di un ripristino del suo potere politico.

Le agenzie di stampa riportate dal New York Times hanno riferito che la polizia ha arrestato almeno 70 persone con l’accusa di atti di vandalismo, mentre i maoisti hanno sentenziato le dure cariche delle forze dell’ordine che avrebbero causato il ferimento di almeno 100 dimostranti. Gli scontri  di questi giorni  rappresentano il culmine di un’escalation di tensioni in Nepal, originatesi dopo che  i maoisti hanno lasciato il governo nel maggio scorso in seguito a una controversia con il presidente sulle forze armate nepalesi.

Nei mesi seguenti, i maoisti hanno inscenato manifestazioni, sequestrato terreni e dichiarato che alcune aree, come Katmandu, erano zone autonome al di fuori della competenza del governo.

Nel mese di aprile 2008, i maoisti hanno vinto il maggior numero di seggi in un corpo speciale legislativo eletto al progetto con il progetto di riformare la Costituzione. Quattro mesi più tardi, il leader dei maoisti, Pushpa Kamal Dahal, anche conosciuto come Prachanda, è diventato primo ministro in un governo di coalizione.

Ma i maoisti sono rimasti decisamente delusi dal confinamento di più di 19.000 dei loro ex combattenti. Sequestrati in caserma, monitorati dalle Nazioni Unite, i combattenti dovevano essere miscelati a poco a poco nelle forze di sicurezza del Nepal, secondo l’accordo di pace. I maoisti hanno quindi lasciato il governo in segno di protesta.

Domenica a Katmandu i manifestanti hanno lanciato pietre contro la polizia anti-sommossa e gli ufficiali hanno risposto con i gas lacrimogeni. Un portavoce della polizia a Katmandu, ha detto alla Reuters che gli agenti hanno caricato i manifestanti con i manganelli, dopo che 17 poliziotti sono rimasti feriti dai sassi lanciati.

Una dichiarazione rilasciata dall’ufficio regionale delle Nazioni Unite per i diritti umani ha criticato gli ufficiali di polizia per l’utilizzo di una «forza eccessiva».


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