Netanyahu: “Israele pronta a dolorosi compromessi per la pace”

Pubblicato il 24 Maggio 2011 - 18:53 OLTRE 6 MESI FA

Benjamin Netanyahu

ROMA – Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha detto al Congresso americano di essere disposto a ”dolorosi compromessi” per giungere alla pace in Medio Oriente. Ha anzi aggiunto che Israele non è mai stata ostacolo per questa pace: “Il conflitto non è mai stato sulla creazione di uno Stato palestinese ma sull’esistenza dello Stato ebraico”. Il premier ha poi aggiunto: “Dobbiamo trovare un modo per stabilire un patto di pace permanente con i palestinesi”.

Una volta arrivato a parlare di punti concreti della trattativa per la pace, Netanyahu ha però detto alcuni decisi “no”. ”Israele non tornerà ai confini del giugno ’67”. E ancora: ”Gerusalemme non deve essere divisa. Deve restare la capitale unita d’Israele”, aggiungendo che è assolutamente vitale che uno stato palestinese sia smilitarizzato. “In un qualsiasi accordo di pace che porrà fine al conflitto, alcune colonie finiranno col ritrovarsi al di fuori dei confini israeliani”, ha aggiunto. Insomma Israele non si ritira dalle colonie, Gerusalemme non si tocca e i confini non si rivedono dome aveva chiesto Obama, ossia tornando a quelli del ’67. Non è chiaro quindi a quali “dolorosi compromessi” Netanyahu si sia riferito.

Parole dure anche su Hamas, che secondo il premier israeliano è  la versione palestinese di Al Qaida e che Israele non potrà negoziare un accordo di pace con un’Autorità nazionale palestinese che abbia anche del movimento islamico che controlla la Striscia di Gaza.

Il capo negoziatore palestinese Saeb Erekat ha bocciato il discorso di Netanyahu al Congresso Usa: “Non ci lascia altra scelta che andare alle Nazioni Unite in settembre” per chiedere il riconoscimento di uno Stato palestinese, ha commentato un negoziatore dell’Anp.