New York: Harlem ormai è più bianca che nera

Quello che tra gli Anni’50 e ’70 era diventato una sorta di simbolo nel mondo, il quartiere nero di New York, nel nuovo millennio sta velocemente cambiando fisionomia

Passano i secoli e cambia la popolazione ad Harlem, il noto quartiere nero di New York. La popolazione bianca ha ufficialmente superato quella di colore. In base alle ultime rilevazioni, in Greater Harlem i residenti bianchi nell’ultimo anno hanno superato quelli neri, mentre sono dati in forte crescita gli ispanici, cresciuti del 27% dal 2000 ad oggi.

Quello che tra gli Anni’50 e ’70 era diventato una sorta di simbolo nel mondo, nel nuovo millennio sta velocemente cambiando fisionomia, come hanno rilevato gli urbanisti e gli studiosi di “antropologia newyorkese” intervistati dal New York Times.

Ancora fino al 2008 la popolazione di colore e quella bianca erano grosso modo in proporzioni analoghe: su dieci residenti ad Harlem, cinque erano bianchi, cinque erano neri. Dal 2009 la proporzione è cambiata: per la prima volta nell’ultimo mezzo secolo oggi su dieci residenti i neri sono quattro, i bianchi sei.

Il censimento ha rilevato che i neri residenti nel quartiere nel 2008 erano 77mila, e rappresentavano il 62% della popolazione. Ora la proporzione si è capovolta. «Ancora una volta Harlem si trova sospesa nel bel mezzo di una transizione cruciale» ha sottolineato lo storico Michael Henry Adams, studioso del quartiere.

Sorto intorno al 1650 come insediamento olandese (prende il nome dalla città di Harlem), il quartiere in origine era esclusivamente bianco. Cominciò ad accogliere i primi cittadini di colore nel 1910 e nel giro di quarant’anni Harlem divenne quasi esclusivamente nera, arrivando negli Anni Cinquanta a superare i 250mila residenti. Tutti di colore.

Trascorso il periodo del “Rinascimento di Harlem”, coinciso con gli Anni Venti, il quartiere entrò col passar degli anni in una situazione crescente di degrado e violenza, e negli Anni Sessanta per i bianchi era considerata una sorta di zona “off limits”. Erano gli anni del razzismo più esplicito, coincisi con l’assassinio di Martin Luther Ling.

I primi segnali di cambiamento cominciarono ad apparire con il diffondersi delle comunicazioni di massa. Nel giro di pochissimo l’immagine di Harlem passò da quella di ghetto violento a quella di capitale riconosciuta dell’America nera.

Due i motivi che, su tutti, le diedero visibilità mondiale: da un lato la grande musica pop, con esponenti come Jimi Hendrix (che visse ad Harlem a partire dal 1964, diventando presto uno dei simboli del quartiere); dall’altro il grande basket, che vedeva in Harlem alcuni dei suoi campioni.

Come dimenticare, per esempio, gli Harlem Globe Trotters, la squadra-spettacolo di giocatori-artisti cresciuti ad Harlem che si esibivano nei palazzetti del mondo per stupire gli appassionati a forza di palleggi e schiacciate inverosimili? Oggi Harlem, così vicina a Central Park, è ambita dai bianchi. Che, pezzo per pezzo, se la sono ripresa.

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