Nigeria, attentato Boko Haram: bomba nello stadio di Mubi, 40 morti

Nigeria, attentato Boko Haram: bomba nello stadio di Mubi: 40 morti
Ancora un attentato in Nigeria (Foto archivio Lapresse)

ABUJA  – Ancora sangue in Nigeria: domenica sera, 1° giugno, una bomba è esplosa in uno stadio di calcio a Mubi, nel nord del Paese, causando la morte di almeno 40 persone. Vittime che si vanno ad aggiungere alla lunga lista che, solo nelle ultime due settimane, ha contato oltre 200 morti in una serie, ripetuta, di attentati firmati da Boko Haram, il gruppo dei sanguinari terroristi islamici che sta seminando il panico sopratutto nel nord del Paese. E che, solo qualche settimana fa, ha rapito oltre 200 liceali che tiene prigioniere, minacciando di venderle come schiave o di darle in sposa forzate dopo averle costrette a convertirsi.

Ma la bomba di domenica sera allo stadio di Mubi non è stato l’unico attacco del fine settimana: sabato diverse persone sono state uccise in alcuni attacchi di sospetti membri del gruppo islamista a quattro villaggi del Borno: Nuwari, Musari e Walori che si trovano vicino al confine con Camerun, uno dei settori più colpiti dall’avanzata della setta. Secondo un testimone, uomini armati, alcuni in tenuta militare a bordo di 4×4, hanno aperto il fuoco su abitanti, appiccando il fuoco alle loro case.

Chiari gli obiettivi di Boko Haram: eliminare la presenza cristiana in Nigeria, rovesciare il governo federale e creare un Califfato Islamico, sul modello di quello che esisteva nel Nord del Paese africano prima della conquista britannica del 1903.

Boko Haram è un gruppo oltranzista islamico, fondato nel 2002 dallo sceicco Mohammed Yusuf, con l’obiettivo di combattere tutto ciò che è occidentale (dalle elezioni ai pantaloni e alle camicie) e di ripristinare una sharia senza compromessi con la modernità.

Solo 10 giorni fa il mirino di Boko Haram si era puntato su Jos, con due bombe in un mercato che hanno causato oltre 100 vittime. E qualche giorno dopo incursioni dei terroristi in alcuni villaggi del nord, nello Stato del Borno (lo stesso dove sono state rapite le giovani per cui si è mobilitato il mondo intero) avevano ucciso un’altra trentina di persone.

La scorsa settimana il presidente americano Barack Obama ha inviato 80 militari americani in Ciad per contribuire alle ricerche delle liceali, Abou Moussa, rappresentante speciale Onu per l’Africa Centrale, ha parlato dei Boko Haram come terroristi senza scrupolo: “Non hanno paura e vergogna. Fanno quello che vogliono”, ha detto Moussa, mentre il presidente nigeriano Goodluck Jonathan ha definito gli ultimi massacri “malvagità crudeli”, annunciando un “impegno senza sosta per vincere la guerra al terrore”.

Mentre il Palazzo di Vetro ha annunciato che manderà un inviato speciale in Nigeria, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha inserito il gruppo di Boko Haram nella lista delle organizzazioni terroristiche legate ad Al Qaida, nei confronti delle quali sono applicate sanzioni come l‘embargo sulle armi e il congelamento dei beni. Sforzi, forse non sufficienti per cercare di fermare una scia di sangue che solo dall’inizio dell’anno nel Paese ha già fatto 2 mila vittime.

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