ROMA – Altri 40 ragazzi sono stati strappati con la violenza alle loro famiglie in un villaggio del nord-est della Nigeria. Secondo testimoni, integralisti islamici Boko Haram sono arrivati a bordo di pick-up e motociclette a Malari, sparando in aria e seminando il panico tra la gente.
Ma stavolta non volevano uccidere, né razziare viveri o medicinali. E neppure portar via bambine e ragazze da violentare e trasformare in schiave. Volevano giovani uomini da aggiungere alle schiere sanguinarie di combattenti jihadisti, adolescenti a cui insegnare ad uccidere senza pietà chiunque, anche nei loro villaggi, anche tra i loro familiari.
“Tutti sono usciti dalle loro case per paura che venissero incendiate, terrorizzati hanno cercato di fuggire, di nascondersi nella foresta – ha raccontato un uomo che è riuscito a raggiungere la città di Maiduguri – Ma il villaggio era circondato, la maggior parte degli uomini sono stati bloccati e radunati nella piazza. Poi sono stati presi i giovani”.
Anche secondo altri racconti, una quarantina di ragazzi di età compresa tra i 15 e i 23 anni sono stati costretti a frustate a salire sui pick-up e sono stati inghiottiti dalla giungla. Spariti. Come le altre centinaia di persone sequestrate negli ultimi mesi dai jihadisti Boko Haram, l’organizzazione fondamentalista islamica che si ispira all’Isis (Stato Islamico) e che nel nord-est della Nigeria ha proclamato un “califfato”, prendendo a modello quello istituito in territorio siriano e iracheno da Abubakr al-Baghdadi.
Il caso più eclatante risale all’aprile dell’anno scorso, quando oltre 200 liceali cristiane vennero sequestrate mentre erano a scuola, intente a sostenere una prova d’esame. Bambine e adolescenti che non sono mai più tornate, che i Boko Haram hanno filmato mentre recitavano a stento versetti del corano, occhi bassi, sguardi spauriti, avvolte in chador che lasciavano scoperti solo i loro volti.
Da allora i rapimenti di massa sono andati aumentando di mese in mese. Il nord-est della Nigeria è ormai terra di conquista e razzie per i miliziani integralisti che agiscono indisturbati, senza che i soldati inviati dal governo riescano (e probabilmente neppure vogliano, secondo gli abitanti dell’area) a contrastarli.
Secondo numerosi osservatori, la situazione è destinata a peggiorare con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali che si terranno il 15 febbraio. Il presidente uscente Goodluck Jonathan, cristiano del sud, si è ricandidato e potrebbe facilmente vincere – fanno notare – anche (e forse soprattutto) se in molte località del nord a maggioranza musulmana non sarà possibile allestire seggi elettorali proprio a causa del caos scatenato dai Boko Haram.