Nobel per la Pace: Usa chiedono liberazione della moglie di Liu Xiaobo, “non mi fanno uscire di casa”

Pubblicato il 12 Ottobre 2010 - 11:49 OLTRE 6 MESI FA

La moglie di Liu Xiaobo, il dissidente cinese detenuto vincitore del premio Nobel per la Pace 2010, spera di poter ritirare il premio a nome del marito nella cerimonia che si terrà il 10 dicembre a Oslo, in Norvegia. La donna, Liu Xia, ha espresso la sua speranza in una conversazione telefonica con un gruppo umanitario di Hong Kong, che è riuscito a tenersi in contatto con lei nonostante la stretta vigilanza esercitata dalla polizia politica cinese, che ha cercato di isolarla completamente dal resto del mondo da venerdì sera, quando è stata annunciato l’assegnazione del premio al marito.

Un portavoce dell’Ambasciata americana a Pechino ha chiesto alla Cina di ”mettere fine alle restrizioni alla libertà” della donna, che di fatto si trova agli arresti domiciliari nella sua residenza di Pechino. Ieri la polizia ha impedito a una delegazione dell’Unione Europea di incontrarla. Un portavoce del ministero degli esteri cinese ha affermato di ”non conoscere” la donna. In una conferenza stampa a Pechino il portavoce del ministero, Ma Zhaoxu, ha definito Liu Xiaobo ”un criminale” e ha sostenuto che conferirgli il premio è stata una ”mancanza di rispetto nei confronti del sistema giudiziario cinese”.

”Se stanno cercando di cambiare il sistema politico cinese…hanno chiaramente sbagliato i calcoli”, ha aggiunto il portavoce. Intanto gli avvocati del dissidente hanno affermato che potrebbero chiedere un nuovo processo. Liu Xiaobo sta scontando una condanna a 11 anni di reclusione per ”istigazione alla sovversione”. Il processo, che è durato un giorno, si e’ basato su alcuni articoli che ha scritto e sul ruolo che ha avuto nella stesura del documento Carta08 che chiede l’ instaurazione in Cina di un sistema pienamente democratico.