Ahmadinejad se ne infischia degli avvertimenti che arrivano dagli Stati Uniti e ordina la produzione di arricchito al 20%. Lo ha rivelato la televisione di Stato iraniana: il presidente iraniano ha dato queste disposizioni all’Organizzazione nazionale per l’energia atomica. Il 6 febbraio le autorità Usa avevano fatto sapere che un accordo con l’Iran sul nucleare era ancora lontano: contro lo stato mediorientale erano anche state minacciate nuove sanzioni.
Il 2 febbraio lo stesso Ahmadinejad aveva detto che l’Iran era pronto ad arrivare ad un accordo con la comunità internazionale per ricevere dall’estero il combustibile a base di uranio arricchito al 20%: di questo materiale ha bisogno per alimentare un reattore con finalità mediche, consegnando parte del suo uranio arricchito al 3,5%.
Il 5 febbraio il ministro degli Esteri Manuchehr Mottaki aveva affermato di essere convinto che un’intesa fosse vicina. Il 6 febbraio, però, dopo avere incontrato Mottaki a Monaco, il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Yukiya Amano, ha dichiarato che Teheran non gli ha presentato alcuna nuova proposta per arrivare ad un accordo.
Nella stessa giornata, il presidente del Parlamento iraniano ed ex capo negoziatore sul nucleare, Ali Larijani, ha definito «un imbroglio» l’offerta della comunità internazionale per lo scambio di uranio.