L’Onu interviene contro Gheddafi: “Sì a una no fly zone in Libia”. Festa a Bengasi

Muammar Gheddafi

NEW YORK –  Con dieci voti a favore e cinque astenuti l’Onu autorizza l’intervento contro il colonnello libico Muammar Gheddafi per difendere Bengasi, la città accerchiata dai fedelissimi del rais. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione 1973 che impone una no fly zone sui cieli della Libia e prevede ”tutte le necessarie misure per proteggere la popolazione civile”, tranne un’ invasione di terra.

Lo stop agli aerei di Gheddafi, secondo la Francia, potrebbe essere messo in atto nel giro di poche ore. L’Unione europea s’è subito detta pronta a ”mettere in pratica” la risoluzione, accolta a Bengasi dalla festa di piazza, ma con messaggi contraddittori dal governo del rais libico, che la definisce una minaccia all’integrità libica, ma dice di essere pronto a un cessate-il-fuoco.

Il testo è stato approvato con il voto favorevole di Francia, Gran Bretagna, Usa, Bosnia, Gabon, Nigeria, Sudafrica, Portogallo, Colombia e Libano. Si sono astenute Russia, Cina, entrambe con diritto di veto, oltre a Brasile, India e, unico fra gli europei, la Germania. Un intervento militare comporta ”considerevoli pericoli e rischi”, secondo quanto dichiarato in nottata dal ministro degli esteri tedesco, Guido Westerwelle, spiegando l’astensione di Berlino e annunciando che le truppe tedesche ”non prenderanno parte in operazioni militari in Libia”.

L’Ue, invece, con una nota congiunta della rappresentante per la politica estera, Catherine Ashton e del presidente permanente, Herman Van Rompuy, si è detta pronta ”a mettere in pratica” la risoluzione dell’Onu.

Da parte sua il governo italiano, è pronto a mettere a disposizioni le sue basi e forse anche aerei per contribuire all’attuazione della no fly zone. ”Non ci sottrarremo ai nostri doveri”, ha detto in serata il ministro della difesa Ignazio La Russa, mentre il governo si è riunito in seduta informale con la partecipazione del presidente Giorgio Napolitano. Sarebbero infatti pronte tre basi italiane per l’operazione.

E’ stato il ministro degli Esteri francese, Alain Juppé, a presentare in Consiglio la risoluzione che impone la no fly zone. La Francia ha fatto sapere  che ”diversi Paesi arabi parteciperanno alla no fly zone”. Secondo indiscrezioni, la partecipazione araba alla no fly zone potrebbe arrivare da Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti (Eau), Egitto e Giordania. Nel momento stesso in cui la risoluzione è stata approvata, migliaia di persone hanno festeggiato in piazza a Bengasi, davanti alla sede del Consiglio nazionale transitorio (Cnt), il governo degli insorti, nonostante pochi minuti prima fossero state udite tre forti esplosioni e fosse subito entrata in azione la contraerea dei ribelli.

Il governo libico ha subito reagito per voce del viceministro degli esteri, Khaled Kaaim, secondo cui la risoluzione, oltre a mettere a repentaglio l’integrità territoriale del suo Paese, costituisce ”un invito ai libici ad uccidersi tra di loro”. Kaaim ha però detto anche che il suo governo è pronto a ”osservare un cessate-il-fuoco” ma che resta in attesa di dettagli tecnici dopo l’approvazione della risoluzione ed è impegnato nella protezione delle popolazioni civili e a salvaguardare l’integrità territoriale del Paese. Infine ha detto che spera che “l’Italia resti fuori” da tutto questo.

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