Padre Pier Luigi Maccalli e Chiacchio liberi: erano stati rapiti e poi prigionieri in Mali Padre Pier Luigi Maccalli e Chiacchio liberi: erano stati rapiti e poi prigionieri in Mali

Padre Maccalli e Chiacchio liberi: erano stati rapiti in Niger e poi prigionieri in Mali

Padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio sono stati liberati in Mali. Maccalli era stato rapito nel 2018.

Padre Maccalli e Nicola Chiacchio, due ostaggi italiani tenuti prigionieri in Mali, sono liberi. I due erano in Mali dopo il sequestro in Niger ad opera di gruppi jihadisti legati ad Al Qaida nel Maghreb Islamico (Aqmi).

Padre Maccalli e Chiacchio liberi: la soddisfazione del governo italiano

“Una bella notizia: padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio sono finalmente liberi e stanno bene. Erano stati rapiti da un gruppo jihadista. Grazie alla nostra intelligence, in particolare all’Aise, e a tutti coloro che hanno lavorato per riportarli a casa”, ha commentato su Twitter il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Anche il premier Giuseppe Conte ha espresso soddisfazione ringraziando, oltre all’intelligence, la Farnesina: “Stanno rientrando in Italia!”, ha annunciato il premier.

Gli altri ostaggi liberati

Con i due italiani hanno riacquistato la libertà l’ostaggio francese Sophie Pétronin e Soumalia Cissé, un noto politico maliano. La Petronin, 75 anni, era l’ultimo cittadino francese in mano a rapitori. Il sequestro avvenne il 24 dicembre 2016 per mano di gruppo armato a Gao, nel nord del Mali. Il presidente francese Emmanuel Macron ha espresso “enorme sollievo” per la notizia.

Il rapimento di Padre Maccalli

Padre Maccalli, 59 anni, della diocesi di Crema, era scomparso il 17 settembre del 2018 in Niger. Era in una missione a circa 150 km dalla capitale Niamey. In aprile Avvenire aveva pubblicato un breve video in cui appariva il sacerdote lombardo prigioniero, vestito in abiti tradizionali della regione. Con lui c’era Chiacchio, del quale si erano si erano perse le tracce da anni, forse rapito durante una vacanza, tra Niger e Mali.

I due, nelle immagini, avevano solo dichiarato la propria identità. La Farnesina ha sottolineato che “la liberazione è stata resa possibile grazie al prezioso lavoro del personale dell’Aise e di tutti i competenti apparati dello Stato, unitamente all’importante collaborazione delle autorità maliane. Il buon esito dell’operazione, oltre a mettere in luce la professionalità, le capacità operative e di relazione dell’intelligence, ha evidenziato anche l’eccellente opera investigativa dell’Autorità giudiziaria italiana ed il prezioso lavoro svolto dalle donne e degli uomini del ministero degli Affari Esteri e dell’intera Unità di Crisi della Farnesina”.

Fonti della sicurezza maliana, nei giorni scorsi, avevano fatto sapere che la liberazione degli ostaggi occidentali poteva essere imminente, dopo la scarcerazione di un centinaio di jihadisti – presunti o condannati – da parte dell’esecutivo ad interim di Bamako. “Ci sono stati dei problemi, è stata un’operazione delicata ma alla fine per fortuna è andato tutto bene”, ha raccontato alla France Presse una fonte dei negoziatori. (Fonte Ansa)

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