Nella foto Francesco Cassardo Nella foto Francesco Cassardo

Pakistan, alpinista italiano ferito. I familiari: “Serve un elicottero o morirà”

Nella foto Francesco Cassardo
Nella foto Francesco Cassardo (a destra)

ROMA – E’ stato portato più a valle Francesco Cassardo, l’alpinista di Rivoli rimasto ferito dopo una caduta sul Gasherbrum VII. I soccorritori, dopo avere raggiunto a piedi il punto in cui si trovava insieme a Cala Cimenti, l’amico che aveva trascorso la nottata con lui, hanno improvvisato una slitta per il trasporto. Il gruppo ha poi raggiunto il luogo in cui Cimenti aveva lasciato la tenda prima di affrontare il Gasherbrum VII. L’intenzione è di trascorrervi la notte nell’attesa dell’eventuale arrivo di un elicottero.

La famiglia di Cassardo ha anche chiesto aiuto al ministro degli Esteri Moavero: “Ci aiuti, se non si alzerà presto un elicottero, morirà”.

Il giovane, che lavora all’ospedale di Pinerolo era arrivato in Pakistan per dare una mano a medici e infermieri di un ambulatorio locale.

In Pakistan, insieme all’amico Cala Cimenti, alpinista e sciatore estremo piemontese, Cassardo ha poi deciso di tentare l’impresa in sci sulla vetta himalayana. 

E proprio durante questa discesa è avvenuto l’incidente.

Cassardo è caduto scivolando per centinaia di metri e procurandosi ferite in varie parti del corpo. 

Cala Cimenti ha dato l’allarme e poi lo ha soccorso. E con lui ha passato la notte. Una notte da meno venti gradi.

E per tutta la notte Cimenti è rimasto in contatto anche con la compagna di Cassardo, Erika, aggiornandola ora per ora.

Scattato l’allarme dall’Italia gli amici dei due alpinisti si sono messi in contatto con l’ambasciata italiana di Islamabad.

La famiglia di Cassadro ha polemizzato sul ritardo con cui i soccorsi pakistani si stanno muovendo: “Ringraziamo chi si sta prodigando, ma chiediamo al ministro di fare in modo che i soccorsi si muovano in tempi rapidi”, dice il fratello di Francesco Cassadro. Anche l’alpinista Marco Confortola ha attaccato pesantemente le autorità pakistane: “Sembra di vivere dentro un incubo e non trovare la strada per uscire. Dopo aver passato tutta la notte sveglio in contatto con il mio staff, Agostino da Polenza, la parte politica italiana in Pakistan mi sono trovato di fronte a muri invalicabili, burocrazia, problemi assicurativi, organizzazione dei voli, altri problemi di soccorsi al K2 e al Broad Peak e tutt’ora ancora sto cercando di trovare la soluzione per far andare in volo questo benedetto elicottero”.

Dal ministero degli Esteri assicurano attenzione: “In riferimento all’appello dei familiari dell’alpinista Cassardo, il ministro Moavero conferma che da ieri con Farnesina e ambasciata si sta chiedendo alle autorità pachistane di fare il massimo per soccorrerlo nei tempi più rapidi. Costante è il contatto coi suoi familiari”. Con una nota, il ministero precisa che “su costante impulso del ministro Enzo Moavero, la Farnesina e l’Ambasciata d’Italia in Pakistan si sono attivate da ieri presso le autorità locali, ottenendo l’intervento di soccorso tramite elicottero. Secondo quanto ci è stato comunicato, ragioni imperative di carattere tecnico hanno reso sinora impossibile tale intervento, perchè gli elicotteri a disposizione delle unità di soccorso pakistane non hanno potuto effettuare in sicurezza l’operazione considerata l’alta quota dove si trova Cassardo”.

La Farnesina aggiunge che “le istruzioni del ministro all’ambasciatore sono di impegnarsi al massimo affinchè si lavori senza sosta per assicurare i soccorsi necessari”. Sono intanto giunti sul luogo dell’incidente, si legge ancora nella nota, “due esperti alpinisti che intendono procedere a trasportare più a valle Francesco Cassardo, in maniera da permettere agli elicotteri di raggiungerli a una quota più sicura e consentita. La Farnesina è in contatto con i famigliari del connazionale e con le competenti autorità pakistane; inoltre, continuerà a fornire ogni aggiornamento sull’evolversi della complessa situazione”.

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