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Pakistan, uomo accusato di blasfemia freddato in Tribunale

Pakistan, uomo accusato di blasfemia freddato in Tribunale.

A Peshawar, in Pakistan, un uomo, Tahir Ahmad, accusato di blasfermia verso l’Islam, è stato ucciso in Tribunale.

Secondo il racconto delle forze dell’ordine l’uomo si era presentato come la reincarnazione di Maometto.

Mentre il processo era in corso, un altro soggetto, armato, ha sparato e ucciso il cittadino alla sbarra.

Un ufficiale di polizia ha dichiarato ai media che “il killer ha sparato davanti al giudice”.

Bloccato, l’assassino ha confessato che sarebbe stato proprio Maometto a ordinargli di uccidere l’imputato.

Il killer ha poi raccontato che la persona incriminata per offese all’islam aveva fatto parte del movimento religioso Ahmadiyya, ossia una minoranza nata in seno alla comunità musulmana che considera il proprio fondatore, Ghulam Ahmad, il nuovo Maometto. 

Tahir Ahmad già nel 2018 era finito in un rapporto di informazione (Fir), ai sensi della legge pachistana sulla blasfemia.

L’accusato secondo il Fir, aveva affermato di assere “l’ultimo profeta e il suo nome era menzionato nel Corano”.

Un movimento, l’Ahmadiyya, che in Pakistan da anni nel mondo islamico è perseguitato.

La blasfemia è questione controversa in Pakistan.

Una delle vicende più note, a questo riguardo, è quella di Asia Bibi, una donna cristiana pachistana rimasta per otto anni nel braccio della morte, fino a quando la Corte suprema del Pakistan non l’ha assolta nell’ottobre 2018. (Fonti: Il Giornale, Ansa).

 

 

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