Papa Francesco “denuncia” i gay per colpire le lobby

Papa Francesco “denuncia” i gay per colpire le lobby (Foto Lapresse)

ROMA – “Nella Chiesa esiste una lobby gay“. Contestata ma non smentita, la frase di papa Francesco, estrapolata durante una conversazione privata con alcuni ecclesiastici latinoamericani e rilanciata da un sito cileno, sollecita una domanda: l’allarme di papa Francesco riguarda i gay nella Chiesa o il fatto che questi abbiano formato una presunta lobby? In altre parole: il problema sono gli omosessuali o le lobby? L’idea è che più che colpire i gay, papa Francesco si appresti a iniziare un’azione contro i gruppi di potere occulti che si muovono all’interno del Vaticano.

Che tra sacerdoti, cardinali e vescovi ci siano molti omosessuali è cosa risaputa. Meno noto è che prelati omosessuali possano formare una lobby, un gruppo di potere che persegue interessi personali, che favorisce o stronca carriere ecclesiastiche. E’ questo che papa Francesco vuole combattere? Senza contare che, come spiega lo scrittore Vittorio Messori, un sacerdote omosessuale è facilmente ricattabile:

“Che ci siano omosessuali è risaputo, che ci sia una cordata che si muove per favorire carriere e proteggere i suoi membri, non sono in grado di dirlo. Anche perché non sempre tra i gay c’è questa volontà di fare gruppo. Parlando della Curia, a mio avviso il problema è un altro, quello della doppia vita”. Si riferisce ai gay? “Sì, ma non solo a loro. Il funzionario curiale che abbia una relazione, con una donna o con un uomo, è comunque a rischio di ricatto. E se è sacrosanto quanto ha detto Papa Francesco circa la presenza di tante persone sante in Curia, credo che ce ne siano molte altre che purtroppo conducono una doppia vita. Una doppiezza favorita da un certo anonimato che Roma permette ai preti quando questi rischiano di trasformarsi in burocrati da ufficio, con parecchio tempo libero”.

 

 

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