CRACOVIA – “Tocca i cuori dei terroristi, affinché riconoscano il male delle loro azioni e tornino sulla via della pace e del bene, del rispetto per la vita e della dignità di ogni uomo, indipendentemente dalla religione, dalla provenienza, dalla ricchezza o dalla povertà”. Lo ha scritto il Papa in una preghiera lasciata nella chiesa di San Francesco. Lì si venerano le reliquie dei due martiri Francescani uccisi da “Sendero luminoso” il 9 agosto 1991 in Perù, e beatificati nel 2015 insieme al sacerdote italiano Don Alessandro Dordi.
Papa Francesco prega così, a Cracovia, dove si trova per la Giornata mondiale della gioventù, per la fine del terrorismo nel mondo. “Veniamo a te – continua il Papa – per chiederti di conservare il mondo e i suoi abitanti nella pace, di allontanare da esso l’ondata devastante del terrorismo, di riportare l’amicizia e infondere nei cuori delle tue creature il dono della fiducia e della disponibilità a perdonare. O Datore della vita, ti preghiamo anche per tutti coloro che sono morti come vittime di brutali attacchi terroristici. Dona loro una ricompensa eterna. Che intercedano per il mondo, dilaniato dai conflitti e dai contrasti”.
La giornata del Pontefice. Francesco è giunto poco dopo le 8 al santuario della Divina misericordia, a Lagiewniki, alle porte di Cracovia, costruito all’epoca di Giovanni Paolo II attorno al convento di suor Faustina Kowalska, mistica della “divina misericordia” molto cara a Karol Wojtyla, che la beatificò e canonizzò. Sui terreni del santuario si trovavano gli stabilimenti di soda Solvay dove lavorò il giovane Wojtyla durante la seconda guerra mondiale.
“Nella nostra vita di sacerdoti e consacrati può esserci spesso la tentazione di rimanere un po’ rinchiusi, per timore o per comodità, in noi stessi e nei nostri ambiti”. Ma il Vangelo chiede un atteggiamento del tutto diverso: “Gesù manda. Lui desidera, fin dall’inizio, che la Chiesa sia in uscita, vada nel mondo”, come Lui non “per farsi servire, ma per servire”. Papa Francesco descrive così, nella messa celebrata nel Santuario intitolato a a San Giovanni Paolo II, il mandato affidato alla Chiesa. E ha poi rivolto un nuovo pensiero a chi soffre e ai migranti: “La nostra madre di misericordia ci insegni a prenderci cura concretamente delle piaghe di Gesù nei nostri fratelli e sorelle che sono nel bisogno, dei vicini come dei lontani, dell’ammalato come del migrante, perché servendo chi soffre si onora la carne di Cristo”.