ROMA – E’ stato “un errore” nominare monsignor Balda e Francesca Chaouqui membri della Cosea, la Commissione sulle finanze vaticane insediata da Papa Francesco a inizio pontificato. A bordo dell’aereo che lo riportava da Bangui a Roma al termine del suo viaggio in Africa, Bergoglio si è sfogato e ha preso le distanze dai due presunti corvi al centro dell’inchiesta Vatileaks 2. Vallejo Balda, ha spiegato il pontefice, fu scelto perché era segretario della Prefettura. Poi lui a sua volta “ha scelto la donna”.
E’ stata, ha proseguito il papa, una vicenda che “non mi ha tolto il sonno” e ha fatto vedere che “con il C9 è cominciato un lavoro” che va avanti.
“Ringrazio Iddio – ha scherzato Bergoglio – che non ci sia la Lucrezia Borgia. Continuerò con i cardinali, con le commissioni quell’opera di pulizia iniziata da Ratzinger” che fu eletto proprio contro la corruzione: “13 giorni prima che morisse Wojtyla – ha confidato il Pontefice ai giornalisti – Ratzinger ha parlato della sporcizia nella Chiesa”, e poi lo ha rifatto nella messa “pro eligendo pontifice”. “Noi lo abbiamo eletto per questa sua libertà di dire le cose: è da quel tempo che in Vaticano c’è la corruzione, e su questo giudizio io ho dato ai giudici le accuse concrete”.
Quanto ai due giornalisti incriminati, Emiliano Fittipaldi dell’Espresso e Gianluigi Nuzzi di Mediaset, autori dei due libri scandalo Avarizia e Via Crucis, Francesco afferma: “È importante che la stampa, sia libera che confessionale, denunci la corruzione. Ma la stampa deve dire tutto senza i suoi tre peccati, che sono disinformazione, calunnia e diffamazione”.