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Papa Francesco ha dedicato l’Angelus di Pasqua alle guerre in corso nel mondo con un ppello alla pace e al dialogo

Papa Francesco e le guerre in corso nel mondo. Il Pontefice ne fatto il punto più accorato dei riti pasquali.

E nel giorno della Pasqua, parlando alla folla che gremiva piazza San Pietro, ha citato numerosi Paesi guerra, sollecitando i potenti della terra al dialogo. E per tre volte ha quasi urlato “pace, pace, pace “.

NON SOLO UCRAINA E GERUSALEMME

Il Pontefice questa volta non ha citato, come in passato, la sola guerra in Ucraina partecipando al dolore del suo “martoriato popolo”. No, stavolta è andato oltre. Ben oltre. Ha espresso la sua forte preoccupazione per i conflitti che lacerano l’Africa.  E non si è limitato a ricordare il Congo, peraltro meta di un suo recente viaggio. Ma il suo pensiero è andato anche a toccare altri punti caldi come il Burkina Faso ( scontri tra etnici ), Mali ( scontri tra esercito e gruppi ribelli), Mozambico, Nigeria, Somalia, Sudan.
Ma ha citato anche i punti caldi dell’Asia come il Myanmar ( guerra contro i gruppi ribelli), il Pakistan ( guerra contro i militanti islamici). Naturalmente non poteva non citare i punti caldi del Medio Oriente come la Siria ( guerra civile) e soprattutto Israele. Ma non ha dimenticato le Americhe come la Colombia in cui è in corso un conflitto contro i gruppi ribelli e il Messico che sta vivendo una sofferenza per la crudeltà dei gruppi del narcotraffico.

IL PAPA SULLA MORTE DEL GIOVANE ROMANO A TEL AVIV

Papa Francesco, riferendosi alla morte del giovane avvocato romano Alessandro Parini ucciso nel l’attacco terroristico di Tel Aviv, ha espresso tutta la sua preoccupazione per quel che sta accadendo nel Medio Oriente. Chiaro riferimento alla violenza nella Moschea di Gerusalemme, ai razzi da Gaza e Libano , all’escalation di attentati. Hamas ha definito l’attacco di venerdì  “ una operazione di alto livello nel cuore del potere sionista”.

E questo attacco a Israele, questa nuova brutalità di Hamas e della Jihad inquieta il Santo Padre oltremodo. Anche perché gli attentati del Venerdì Santo si sono verificati all’interno di un contesto nazionale israeliano e regionale alquanto convulso. In Cisgiordania e a Gerusalemme da almeno 2 anni si registrano violenze ininterrotte e la situazione è così calda che non si escludono altri attacchi terroristici nei prossimi giorni.

Il Papa punta a un dialogo seppur difficile: la questione palestinese resta irrisolta e il governo conservatore israeliano non sembra affatto intenzionato a cercare una mediazione. È un brutto segnale.

“NON RESTIAMO FERMI DAVANTI AL MALE”

Il Pontefice lo ha detto nella notte Santa nella basilica di San Pietro e lo ha ripetuto il giorno di Pasqua dalla Loggia delle Benedizioni poco dopo aver pronunciato il tradizionale messaggio “Urbi et Orbi”. Ha detto Bergoglio:”

Ci siamo sentiti impotenti e scoraggiati dinanzi al potere del male, ai conflitti che lacerano le relazioni, alle logiche del calcolo e dell’indifferenza che sembrano governare la società, al cancro della corruzione, ce n’è  tanta, al dilagare dell’ingiustizia, ai venti gelidi della guerra.

La Pasqua del Signore ci spinge ad andare avanti, a uscire dal senso di sconfitta, a rotolare via la Pietra dei Sepolcri in cui spesso confiniamo la speranza, a guardare con fiducia al futuro “.

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