ROMA – Papa Francesco, sotto il segno della Divina Misericordia, ha fatto un’importante apertura nei confronti dei divorziati risposati. Dialogando a tutto campo con una settantina di giornalisti sull’areo che lo riportava a Roma da Rio de Janeiro. Misericordia che indirizzerà un percorso di riforma in nuce già nei pensieri di Papa Bergoglio che ne ha accennato nell’intervista di oggi:
Bisogna guardare al tema nella totalità della pastorale matrimoniale. Apro una parentesi: gli ortodossi ad esempio seguono la teologia dell’economia e permettono una seconda unione. Quando si riunirà il gruppo degli otto cardinali, l’1, 2 e 3 ottobre, tratteremo come andare avanti nella pastorale matrimoniale. Siamo in un cammino per una pastorale matrimoniale più profonda. Il mio predecessore a Buenos Aires, il cardinale Quarracino diceva sempre: per me la metà dei matrimoni sono nulli, perché si sposano senza sapere che è per sempre, perché lo fanno per convenienza sociale, eccetera. Anche il tema della nullità va studiato.
A questo proposito, come contributo al dibattito, è utile rispolverare un agile volume di Giovanni Cereti, presbiter0 genovese che nel 2009 ha pubblicato “Divorziati risposati. Un nuovo inizio è possibile'”. La premessa è che l’attuale disciplina della Chiesa Cattolica non nega ai risposati la loro dignità di membra vive della comunità, ma non consente che accedono all’Eucaristia. Cerreti, in questo precedendo la chiara allusione di Bergoglio, invita a guardare la prassi della Chiesa del primo millenni, tuttora vigente nella chiesa Ortodossa: sulla scorta di questa esperienza, Cereti auspica un sistema penitenziale che renda possibile la loro piena riconciliazione e recupero alla liturgia sacramentale. Sistema preferibile, secondo l’autore, anche all’attuale ricorso al Tribunale Ecclesiastico chiamato a decidere sull’esistenza o meno di un vincolo matrimoniale, in vista di un suo scioglimento.
Un sistema penitenziale consentirebbe alla Chiesa di associare meglio il suo compito di predicazione della monogamia (fondamento simbolico dell’unione tra Dio e il suo popolo, ndr.) a quello di annunciare la misericordia del Signore e di dispensarla attraverso i Sacramenti. Qualsiasi peccato sia stato commesso, il cristiano che desidera sinceramente un nuovo cammino deve sapere di poter confidare su tale misericordia, anche nel caso in cui ha fatto fallire il suo matrimonio ed è entrato in una nuova unione.
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