ROMA – “Ho rinunciato in piena libertà, pregate per me”. Non è un’udienza qualsiasi quella di questo mercoledì in Vaticano. La sala Nervi trattiene il respiro quando il pontefice parla, per la prima volta dopo la rinuncia. Poi si scioglie in un’ovazione. Ho scelto in libertà, non costretto, sembra voler dire come prima cosa il Papa che si accinge a tornare “solo” Joseph Ratzinger tra due settimane.
E’ un discorso a braccio, prima dell’udienza, quello che fa. Sa che tutti coloro che lo ascoltano, comprese le troupe televisive di tutto il mondo assiepate in piazza San Pietro, aspettano una parola, un segno, che chiarisca perché. E lui non si tira indietro: ”Ho rinunciato in piena libertà per il bene della Chiesa, dopo aver pregato a lungo ed aver esaminato davanti a Dio la mia coscienza, ben consapevole della gravità di tale atto, ma altrettanto consapevole di non essere più in grado di svolgere il ministero petrino con quella forza che esso richiede”. E’ una scelta presa nel segreto della preghiera, una rinuncia intima, dopo aver esaminato la propria coscienza e le proprie condizioni fisiche. Nessun complotto, non lo avrebbe neanche mai ammesso, solo la constatazione che l’età fiacca il corpo ma anche lo spirito e la mente e questo, per un papa che è stato soprattutto un teologo e un fine pensatore, non è accettabile.
”Ho sentito quasi fisicamente in questi giorni per me non facili l’amore che mi portate – ha continuato Ratzinger -. Continuate a pregare per me, per la chiesa per il futuro papa, il signore ci guiderà”. ”Grazie per la vostra simpatia”, ha risposto ai fedeli che hanno subito interrotto le sue parole con un applauso, all’inizio dell’udienza generale, mentre si apprestava a spiegare le ragioni della sua rinuncia al pontificato.
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