PORT MORESBY (PAPUA NUOVA GUINEA) – Continuano a fare vittime le credenze nella stregoneria, diffuse in parti della Papua Nuova Guinea, nel Pacifico. Due donne anziane sono state torturate per tre giorni e poi decapitate nell’isola orientale di Bougainville, riferisce il quotidiano nazionale Courier Post.
La polizia, chiamata per tentare di liberare le donne, era presente all’uccisione ma una folla numerosa e aggressiva ha impedito agli agenti di intervenire. “Non abbiamo potuto fare assolutamente nulla”, ha detto al quotidiano il capo della polizia locale, Herman Birengka, aggiungendo che degli uomini avevano tentato di liberare le due vittime, ma invano.
Le donne erano state catturate e fatte prigioniere martedì 2 aprile da familiari di una persona morta da poco. Vi sono credenze diffuse nella stregoneria nell’arcipelago, specie nelle regioni più remote, dove molti non accettano cause naturali per sfortuna, malattie, incidenti o morte.
Solo poche settimane fa, secondo notizie di stampa, sei donne accusate di praticare la stregoneria sono state torturate con ferri roventi durante un “sacrificio di Pasqua” nella provincia degli altipiani meridionali. E in febbraio una giovane di 20 anni, anch’essa accusata di stregoneria e della morte di un ragazzo, era stata denudata, cosparsa di benzina e bruciata viva negli altipiani occidentali.
Questo mese Amnesty International ha fatto appello al governo di Port Moresby perché combatta con più vigore le credenze di stregoneria e le violenze che esse alimentano contro le donne.