Parigi. Pronti altri attentati in Ue. Francia: Non è finita

Parigi. Pronti altri attentati in Ue. Francia: Non è finita
Parigi. Pronti altri attentati in Ue. Francia: Non è finita

PARIGI – Non è finita, l’Europa intera è ancora sotto attacco, lo dicono le forze dell’intelligence, lo ha annunciato il primo ministro francese Manuel Valls secondo il quale “il terrorismo può colpire ancora nei prossimi giorni”, lo ha ribadito il premier inglese David Cameron che ha sottolineato come negli ultimi sette mesi la polizia ha sventato sei attentati.

“Il governo francese sapeva che si stavano preparando attacchi non solo in Francia ma in tutta Europa”, ha dichiarato alla radio il premier francese Manuel Valls. L’attentato di Parigi, ha aggiunto “è stato pensato, pianificato, organizzato dalla Siria“.

“Siamo in guerra. Sarà lunga e difficile. E per questo dico che dobbiamo attenderci altri attacchi”. Lo ha detto il premier francese Manuel Valls. “Ma risponderemo colpo su colpo per distruggere l’Isis“, ha aggiunto.

Italia: pericolo oggettivo ma non concreto e circostanziato. Controlli a campione con i metal detector su borse e zaini, più mezzi e uomini dell’esercito, pattuglie nelle strade attorno al Vaticano: i primi effetti dell’allerta 2 decretato dal governo subito dopo gli attacchi di Parigi si sono visti a San Pietro, in occasione dell’Angelus.

Controlli discreti ma ben visibili, che si intensificheranno con l’avvicinarsi della data d’inizio del Giubileo e che procederanno di pari passo con tutte le altre misure decise nel vertice di ieri al Viminale per potenziare al massimo la prevenzione, unico strumento concreto per tentare di evitare che si ripeta in Italia quel che è avvenuto nelle strade di Parigi. Proprio per dare seguito alle parole, il governo sta lavorando al reperimento di ulteriori risorse per la sicurezza: soldi destinati non solo alle forze di polizia ma anche all’intelligence e che dovrebbero arrivare con un emendamento alla legge di stabilità.

Cifre al momento non ce ne sono, si parla di circa 30 milioni, ma il governo potrebbe decidere un rinforzo più sostanzioso. “Il pericolo esiste, è un pericolo oggettivo ma non è concreto e circostanziato – ha detto oggi il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti, ribadendo i concetti già espressi dal ministro dell’Interno Angelino Alfano – Da questo pericolo dobbiamo guardarci mettendo in campo tutti i mezzi di prevenzione necessari. Non servono leggi speciali ma dobbiamo essere pronti a rinunciare ad alcune delle nostre libertà personali, in particolare dal punto di vista della comunicazione”.

 

 

 

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