Patrick Zaki rivede la madre in carcere: “Sono esausto e depresso. Non esco più dalla cella”

Patrick Zaki è esausto e depresso. E’ stato proprio lui a definirsi così rivedendo la madre, che gli ha potuto fare visita nel carcere egiziano di Tora, dove è rinchiuso da dieci mesi. Una visita “che ci ha spezzato il cuore”, ha raccontato la famiglia in una nota diffusa su Facebook dalla rete di attivisti che ne chiede la liberazione.

Zaki prigioniero in carcere in Egitto

Zaki, studente dell’Università di Bologna, si era recato in Egitto per far visita alla sua famiglia: dallo scorso febbraio si trova in prigione con l’accusa di propaganda sovversiva. In questi mesi si sono susseguite le udienze in cui ogni volta è stata rinnovata per 45 giorni la detenzione preventiva, nonostante i numerosi appelli e iniziative del governo italiano, di politici, attivisti e associazioni.

“Sono esausto fisicamente e mentalmente – ha detto Patrick alla madre – non posso continuare a stare qui ancora a lungo e mi deprimo ogni volta che c’è un momento importante nell’anno accademico, mentre io sono qui invece di essere con i miei amici a Bologna”.

“Durante la visita – spiega la famiglia – lui non era in sé del tutto, ma diverso da ogni altra volta e ci ha letteralmente spezzato il cuore. Le sue parole ci hanno lasciato in lacrime, incapaci di aiutare nostro figlio in questa straziante situazione”.

Zaki non esce più dalla sua cella

“Inoltre siamo rimasti scioccati dal vedere che era depresso al punto che ha detto che raramente esce dalla sua cella, perché non riesce a capire perché si trova lì e non vuole affrontare il fatto di dover uscire per camminare per pochi metri fuori solo per essere rinchiuso di nuovo in una cella di pochi metri”.

“Nostro figlio – prosegue la famiglia – è un innocente e brillante ricercatore e dovrebbe essere celebrato, non chiuso in cella. Dieci mesi fa stava frequentando il suo master e facendo piani, adesso il suo futuro è completamente vago”.

“Non sappiamo quando potrà continuare a studiare, o lavorare, o tornare alla sua ricca vita sociale. Chiediamo che Patrick venga rilasciato subito, rivogliamo nostro figlio e la nostra vita”. (Fonte: Ansa).

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