Pirati, armatori disperati/ Ora per combatterli arrivano i mercenari, anche italiani

Contro i pirati somali, ora scendono in mare i contractor, o mercenari,  usati  dagli americani in Iraq, a quanto scrive La Stampa. Anche quelli italiani, ma non mancheranno le polemiche sul ruolo sempre più preponderante di questi strani operatori della sicurezza privata. Fatto sta che la minaccia dei nuovi corsari cresce in continuazione.

Sono almeno 300 i marinai di varie nazionalità tenuti in ostaggio dai predoni del mare. Compresi dieci italiani. E per riscattare le loro navi, gli armatori sono costretti a pagare dai 2 ai 3 milioni di euro.

E dal punto di vista delle società di contractors è un business succulento. «Siamo arrivati in area e stiamo chiedendo le necessarie autorizzazioni», spiega Carlo Biffani, amministratore delegato dell’italiana Security Consulting Group. Dopo l’Iraq e l’Afghanistan, sono le rotte al largo della Somalia la nuova frontiera dei contractor. «Aree ad altissima turbolenza», le chiamano.

Un gigante del settore come la Blackwater ha aperto una filiale nel Golfo Persico e armato una nave per offrire la scorta armata ai mercantili che transitano di lì. Altre società, come una specializzata inglese, offrono invece una squadra di tiratori scelti da imbarcare nei tratti più pericolosi. E’ quanto vorrebbe fare anche Biffani, che non nasconde di avere in proposito colloqui in corso con armatori italiani e olandesi.

«I militari – dice ancora Biffani – finora hanno dissuaso gli armatori dal rivolgersi ai privati e così le società di assicurazione. Ma gli armatori sono disperati. Molte società fallirebbero se costrette a pagare un riscatto da 2 milioni di euro».

Il pacchetto in offerta è un team di ex militari che stia a bordo per 4-5 giorni, armati sul serio, con carabine di precisione, visori notturni e anche qualcosa di più pesante. Salgono su un mercantile e lo scortano. Poi, usciti dal raggio di azione dei pirati, scenderebbero e s’imbarcherebbero su una nave che va in senso inverso. Semplice e redditizio. Costi preventivati, 30 mila euro a scorta.

In teoria i contractor non dovrebbero servire. Al largo della Somalia, infatti, da qualche mese incrocia una potente flotta della Nato e già si parla di inseguire i pirati sulla terraferma. Ma nonostante il dispiegamento di forze, i corsari si fanno sempre più arroganti.

Ormai attaccano in alto mare, perfino a 500 miglia dalla costa. Si sono dotati di navi-madre con cui andare al largo e poi di veloci barchini per assalire i cargo. Hanno kalashnikov e lanciagranate. Si registrano anche i primi assalti notturni: agli occhi degli analisti significa che sono dotati di radar e buon addestramento.

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