Pirati, Somalia, Buccaneer/ Sparatoria tra corsari, morto un rapitore, si tratta per il rilascio del rimorchiatore italiano

Scontro a fuoco tra i pirati che tengono in ostaggio il rimorchiatore italiano Buccaneer: un morto tra i corsari. Un gruppetto dei banditi del mare che si è impadronito della nave italiana e tiene prigionieri i 16 membri del suo equipaggio, tra cui dieci connazionali, un croato e cinque rumeni, è sceso a terra, probabilmente per parlare con gli anziani.

Pochi minuti dopo il commando è caduto in un‘imboscata. E’ così scoppiato un violento scontro a fuoco. Uno dei carcerieri è morto. L’equipaggio sta bene e non ha sentito nulla, giacché la battaglia è avvenuta a terra. Questo è quanto riferisce l’inviato del Corriere della Sera, Massimo Alberizzi.

Non si conoscono a fondo le motivazioni della lite. Due fonti diverse, che confermano entrambe il morto, sostengono differenti tesi. La prima è che la battaglia sia scoppiata in seno ai pirati stessi, tra il capo, che pretende di ottenere un riscatto prima del rilascio, e il vice capo che voleva liberare subito nave ed equipaggio.

La seconda versione racconta di un gruppo diverso che ha assalito i bucanieri per catturarli e quindi impadronirsi di nave e pirati. Non si sa bene se per liberarla o chiedere a sua volta un riscatto.

Il Buccaneer è ancorato in alto mare tra i villaggi di Gahan e Adahado, una trentina di chilometri a est di Las Qorey. Secondo notizie raccolte localmente, Le trattative per il rilascio della nave sono frenetiche, ma i pirati, evidentemente “telecomandati” a distanza dai loro mandanti, intenderebbero rilasciare la nave solo in cambio di due milioni di dollari.

Per altro dalla Micoperi, la società proprietaria del rimorchiatore, fanno sapere di non aver ancora ricevuto nessuna richiesta di denaro.

C’è però una nuova motivazione del sequestro del “Buccaneer”, riportata dal quotidiano di Napoli il Mattino. Non si tratterebbe di un sequestro da parte dei pirati somali del rimorchiatore italiano Buccaneer, che invece sarebbe stato fermato dalla sicurezza locale perché «trasporta rifiuti tossici» che voleva sversare nelle acque somale. Ad affermarlo sarebbero le autorità del Puntland, a nord est della Somalia. 

Ma la Micoperi, la ditta proprietaria del rimorchiatore, ribadisce che la nave è priva di carico. L’assalto tra l’altro è stato dato sotto le coste dello Yemen, al limite delle acque territoriali del paese arabo. Micoperi ricorda anche che il rimorchiatrore era partito da Singapore, dove i controlli sono serrati. Infine ricorda che in viaggio c’erano due bettoline, chiatte galleggianti su cui si mettono le piattaforme per portarle in mare. Per questo non possono trasportare rifiuti.

Puntland, a sostegno della sua tesi, spiega che le forze di sicurezza hanno sequestrato anche due due navi egiziane accusate di aver pescato illegalmente nelle acque somale.

 


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