“C’e’ un silenzio assordante che ci fa paura. La settimana scorsa sono venuti a trovarci Fini e Cristaldi che mi hanno detto di stare tranquilla e che tutto si sarebbe sistemato. La cosa strana è che non si sono fatti più sentire. Mi chiedo se lo Stato si stia muovendo. Il governo Berlusconi si attivi presto prima che accada l’irreparabile. Lo chiedo per noi e per tutte le famiglie coinvolte”. L’appello viene da Giovanna Giacalone, moglie di Pasquale Mulone, marittimo di Mazara del Vallo, uno dei 16 imbarcati, tra cui 10 italiani, sul rimorchiatore italiano “Buccaneer”, sequestrato l’11 aprile dai pirati al largo della Somalia. I timori sono aumentati dopo la notizia che i pirati avrebbero dato 72 ore di tempo per avviare la trattativa, minacciando in caso contrario di cominciare a uccidere gli ostaggi. A riferirlo erano stati i familiari di due marinai tenuti in ostaggio, Vincenzo Montella e Giovanni Vollaro, che giovedì hanno potuto parlare con i loro congiunti. Ma al ministero degli Esteri la notizia non risulta.
“L’ultima volta che ho sentito mio marito – aggiunge la signora Giacalone – è stato lunedì. Non lo avevo riconosciuto subito, mi sembrava spaventato e preoccupato, ma mi ha assicurato che stanno tutti bene. Bisogna fare di più'”.