Pirati, Somalia/ Parla Pasquale Vollaro, padre di uno dei sequestrati, alla “Stampa”. “Ho sentito al telefono Giovanni, la situazione sul Buccaneer è drammatica. Per gli italiano solo poco riso e acqua sporca. Un pirata mi ha minacciato nella nostra lingua”

Degli italiani sequestrati dai pirati sulle coste della Somalia sembra che nel nostro paese non importi a nessuno. L’equipaggio del “Buccaneer” è tenuto in ostaggio dalla vigilia di Pasqua: due mesi in balia di pericolosi banditi, mezza razione di riso e una ciotola d’acqua lurida al giorno, le forze allo stremo, una trattativa nata male e proseguita peggio.

Il due giugno Blitz aveva intervistato il padre di Giovanni Vollaro, uno dei marinai sequestrati di Torre del Greco, che denunciava l’abbandono cui erano state lasciate le famiglie da governo, armatore e autorità preposte. Pasquale Vollaro è tornato a parlare con il quotidiano “La Stampa”: venerdì 19 giugno ha ricevuto una telefonata dal figlio e ulteriori minacce da un sequestratore che parlava italiano.

La situazione descritta da Pasquale Vollaro, sfinito dall’angoscia e cardiopatico, è, se possibile, ancora più drammatica.

Alle 8 e 45 di venerdì mattina ha potuto, dopo 55 giorni in assenza totale di notizie, riascoltare la voce del figlio. Al telefono si è immediatamente reso conto di parlare non con il giovane uomo che aveva salutato prima del viaggio fatale: Giovanni gli è parso invecchiato e molto indebolito, provato dalle sofferenze e dalla paura, è convinto che verranno tutti ammazzati.

Le cose sul “Buccaneer” vanno malissimo: i pirati litigano fra di loro, forse per stabilire chi e come deve gestire sequestro e riscatto, sono nervosi e suscettibili, sparano in aria, si insultano. Il regime alimentare è da incubo: pochi grammi di riso e poca acqua sporca. Dei 16 marinai i 6 romeni sono stati fatti scendere  sulla terraferma: i dieci italiani sono trattati come bestie.

Poi un sequestratore prende il telefono: in un italiano traballante minaccia il padre. «Ascolta bene, Napoli: se volete rivedere i ragazzi dovete trattare con noi che siamo sul “Buccaneer”, non con quelli che stanno a terra»: è la voce di un uomo strafottente e crudele quella che fa trasalire il povero Pasquale Vollaro, i cui sentimenti ormai oscillano tra angoscia e rabbia.

Da quel che si capisce dalla frase del pirata, il governo italiano, nonostante le smentite, sta trattando, ma sta trattando con le persone sbagliate: ci sarebbe quindi molta tensione tra i capi dei pirati (quelli “che stanno a terra”) e i pirati stessi.

Intanto il Presidente della Repubblica ha risposto domenica a un messaggio inviatogli dai familiari delle vittime 10 giorni fa: Napolitano segue da vicino l’odissea del Buccaneer e apprezza il loro comportamento. Loro, a dire il vero, non ce la fanno letteralmente più.

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