Presidenziali Usa, aperta inchiesta contro Fbi per emailgate Clinton

Presidenziali Usa, aperta inchiesta contro Fbi per emailgate
Presidenziali Usa, aperta inchiesta contro Fbi per emailgate

WASGHINGTON – A pochi giorni dalla cerimonia di insediamento di Donald Trump, torna sotto i riflettori l’emailgate, il controverso caso sulla posta elettronica della candidata democratica Hillary Clinton, che ha avvelenato la campagna elettorale per le presidenziali. Il Dipartimento di Giustizia americano ha infatti aperto un‘inchiesta sull’operato dell’Fbi sulla vicenda, in particolare riguardo a quanto accaduto a ridosso del voto. L’ispettore generale Michael Horowitz dovrà accertare se le decisioni in merito alle indagini sulle email di Hillary Clinton erano basate su considerazioni errate e valutare se la riapertura del caso, proprio alla vigilia dell’Election Day, fosse motivata politicamente.

Il riferimento è soprattutto alla lettera che il numero uno dell’Fbi, James Comey, inviò al Congresso undici giorni prima del voto per comunicare la riapertura dell’inchiesta sulla ex First Lady, dopo il ritrovamento di sue nuove email nell’ambito di un altro caso: quello sugli scatti osé di Anthony Weiner, ex marito di Huma Abedin, braccio destro di Hillary. Su Comey si abbatterono le ire della candidata e dei democratici, che anche dopo le elezioni hanno indicato in quell’episodio una delle cause della sconfitta. Nonostante in pochissimi giorni l’Fbi chiuse di nuovo l’inchiesta riconoscendo che nelle nuove email non c’era anche questa volta nessun elemento di reato.

La decisione del Dipartimento di giustizia, guidato da Loretta Lynch, nasce dalle accuse di cattiva condotta da parte dei vertici dei federali mosse da diversi membri del Congresso e da privati cittadini. L’indagine – si sottolinea – sarà ad ampio raggio. Lo scandalo delle email scoppiò prima della candidatura della Clinton alla Casa Bianca. L’accusa nei confronti della ex First Lady era di aver utilizzato quando era segretario di stato un server privato di posta elettronica, installato nella sua residenza nello stato di New York, mettendo così a rischio la sicurezza nazionale. Le indagini dell’Fbi si erano però concluse stigmatizzando la cattiva gestione delle email da parte della Clinton ma senza che fossero stati individuati reati.

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