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Preti pedofili, si dimette il vescovo di Miami John Favalora

di Elisa D'Alto |21 Aprile 2010 11:07

monsignor Favalora

Il vescovo di Miami, monsignor John C. Favalora, si è dimesso ieri, ufficialmente per motivi di salute e con otto mesi di anticipo rispetto alla scadenza naturale di 75 anni, età consueta di pensionamento per un porporato. Benedetto XVI ha accettato la lettera, e già nominato il suo successore, monsignor Thomas G. Wenski, proveniente da un’altra diocesi americana.

Nel 2002, negli Stati Uniti, durante la prima ondata dello scandalo pedofilia, il vescovo Favalora si trovò a gestire le accuse contro 45 preti della sua diocesi. Non mancarono le critiche per il suo operato, con l’accusa di aver coperto alcuni sacerdoti e anche un prelato che molestò una donna. Favalora non ha mai ammesso le proprie responsabilità, e si è infine dimesso in base al secondo comma dell’art. 401 del codice di Diritto Canonico, che prevede ragioni di salute o gravi impedimenti.

Favalora fu, comunque, uno dei primi vescovi ad adottare le nuove linee-guida invocate dalla Conferenza episcopale americana contro la pedofilia. A tal punto si spinse la sua azione che lo scorso ottobre fu criticato per aver autonomamente messo al bando, nella sua arcidiocesi, i Legionari di Cristo e il Movimento Regnum Christi, oggi sottoposti dal Papa a visita apostolica dopo che è emersa la doppia vita del loro fondatore, Marcial Maciel, il religioso messicano che morì nel 2008 e che aveva avuto figli da diverse donne finendo denunciato per stupro.

Monsignor Favalora, mettendo i Legionari al bando – da ottobre 2009 non possono esercitare alcun ministero nel territorio dell’arcidiocesi – si era dunque mostrato molto severo con l’organizzazione sotto accusa. Già prima di questa decisione, peraltro, il presule era finito nel mirino dei tradizionalisti per aver tollerato alcune violazioni liturgiche nella sua stessa cattedrale. Solo la scorsa settimana, il 16 aprile, aveva affrontato estesamente il problema della pedofilia in un articolo pubblicato sul sito della sua diocesi. “Il processo di ammettere la propria peccaminosità è doloroso – aveva scritto – e i vescovi europei faranno quel che hanno fatto i vescovi negli Usa: introdurre politiche di tolleranza zero per chi abusa”.

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