Preti sposati? Idea da gesuita di Papa Francesco: i “viri probati”, poi le donne e chissà…

Pubblicato il 30 Agosto 2016 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA
Preti sposati? Papa Francesco pensa ai "viri probati". Sinodo fra due anni

Preti sposati? Papa Francesco pensa ai “viri probati”. Sinodo fra due anni

ROMA – Preti sposati? Papa Francesco pensa ai “viri probati”. Sinodo fra due anni. Qualcosa in più dei diaconi attuali, qualcosa meno del celibato obbligatorio e senza eccezioni. Una trovata geniale, degna di un gesuita, per aggirare l’ostacolo che rischia di bloccare la Chiesa su un tema da cui può dipendere il suo futuro. I vecchi che comandano la Chiesa non sentono più il problema, ma per i giovani, l’idea di una famiglia propria, di una donna e magari, un giorno anche di un uomo, è vincente e allontana molti possibili sacerdoti che devono conquistare alla Fede nuove anime sul campo dei 5 continenti.

Lasciando stare il principio del celibato ma aprendo a un gruppo di uomini scelti con cura molte delle funzioni dei preti, il macigno si aggira e si pone anche la premessa per aprire alle donne prete, “mulieres probatae” anche loro.

Potrebbe essere questa l’apertura della Chiesa cattolica di rito latino a proposito dei preti sposati questa trovata dei “viri probati”. Cioè piccoli gruppi di laici già sposati con figli o vedovi che già ora sono impegnati nelle parrocchie. A loro sarebbe affidato un ruolo in quello che possiamo chiamare una forma di sacerdozio parallela.

Secondo il sempre ben informato magazine online Usa “Crux” Papa Francesco ci sta pensando: intanto istituendo un Sinodo dedicato fra due anni (2018-2019). Il tema del celibato dei preti è, in forma più o meno carsica, fra i più dibattuti e lo stesso Bergoglio nel 2014 accennò alla necessità di una riforma. Ma senza terremotare le fondamenta dottrinarie per cui su qualsiasi novità o apertura il Papa vuole a tutti i costi il consenso dei vescovi.

Per questo quella dei “viri probati”, già sperimentati per esempio in Honduras (si chiamano “Delegados della Palabria”): si occupano, dove c’è scarsità di uomini e di vocazioni, della liturgia della Parola, animano le funzioni religiose, non possono somministrare l’Eucarestia.

Successe così pure al Concilio con i diaconi, allora di fatto un semplice step di passaggio verso il sacerdozio. Si recuperò la possibilità di ordinare diaconi sposati accanto a quelli tenuti al celibato e fu boom: erano 368 nel 1970, oggi tutti insieme (ma quelli celibi non possono sposarsi dopo l’ordinazione e quelli sposati restano celibi se diventano vedovi) sono quasi 30 mila ripartiti tra Europa e Nordamerica.

Eppure in Italia i preti cattolici sposati ci sono: sono quelli di rito orientale (precisamente bizantino-cattolici), che potete trovare nelle Eparchie (Diocesi) di Piana degli Albanesi (PA) e Lungro (CS), con sconfinamenti in Basilicata e anche a Pescara). Più il monastero di Grottaferrata, dove ci sono i monaci basiliani. I sacerdoti bizantino-cattolici possono avere famiglia, prendere i voti dopo le nozze e nessuno si scandalizza. (Antonio D’Anna, Italia Oggi)