NEW YORK – In Nevada Hillary Clinton batte Bernie Sanders. E tra i Repubblicani Donald Trump batte Ted Cruz e costringe Jeb Bush al ritiro.
Donald Trump. “Siete uno Stato speciale, siete della gente incredibile”. Il candidato miliardario (e provocatore) si gode la sua vittoria, accompagnato sul palco – come ormai da tradizione – dall’intera famiglia. “We love you” urla la moglie Melania alla folla, “mio padre renderà l’America di nuovo grande” le fa eco la figlia Ivanka riprendendo uno dei più azzeccati slogan del padre. Lui scherza sulla gravidanza della figlia (“potrebbe partorire in ogni momento, anche prima che io finisca questo discorso, nel caso abbiamo l’ospedale pronto e un nipote nato in South Carolina mi andrebbe benissimo”), si congratula sorridendo con gli sconfitti Rubio e Cruz e poi rilancia il suo cavallo di battaglia, incurante della recente polemica con il papa: “Costruiremo il muro al confine con il Messico e chi lo pagherà? Il Messico!”. Quanto al nemico Jeb Bush – con cui ha avuto scambi decisamente sotto la cintura – si dice convinti di potersi prendere anche i suoi voti: “Ne prenderò un sacco, è duro, è odioso, è squallido, è crudele. È soprattutto meraviglioso”.
Hilary Clinton. “Qualcuno può aver dubitato di noi. Noi mai!” E’ raggiante, trasuda entusiasmo Hillary Clinton nel suo discorso della vittoria, dopo che lo Stato del Nevada le ha regalato il primo successo “vero” dall’inizio di queste primarie democratiche per la nomination. Siamo solo alla terza tappa della corsa, e le prime due sono state avare di soddisfazioni. In Iowa lei vinse di così stretta misura da far parlare di pareggio. Nel New Hampshire ebbe un tracollo. Perciò le sembra giusto festeggiare in modo trionfale stasera, anche se il caucus democratico del Nevada le assegna la vittoria solo di stretta misura. 52% contro il 48% per Bernie Sanders.