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Primi beati di papa Francesco: martiri anticomunisti di Europa

di Maria Elena Perrero |25 Novembre 2022 19:10

ROMA – Martiri della guerra civile spagnola, dei regimi comunisti dell’Europa dell’est e vittime del nazismo: sono i primi santi del pontificato di papa Francesco. Jorge Mario Bergoglio ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare i decreti su 63 nuovi beati e sette nuovi venerabili servi di Dio.

Tra loro, scrive Libero, c’è il seminarista Rolando Rivi, ucciso a 14 anni dai partigiani rossi, il frate domenicano Giuseppe Girotti, morto a Dachau il giorno di Pasqua del 1945. Molti i martiri uccisi dai rivoluzionari rossi durante la guerra civile spagnola (1936-1938): Emanuele Basulto Jiménez, vescovo di Jaén, e cinque suoi compagni; Giuseppe Massimo Moro Briz e altri quattro sacerdoti; Gioacchino Jovaní Marín e quattordici compagni della Società dei Sacerdoti Operai Diocesani; il cappuccino Andrea da Palazuelo e trentuno compagni.

Diverse anche le vittime del comunismo che papa Francesco vuol fare sante:  il turco don Vladimiro Ghika, ucciso a Bucarest il 16 maggio 1954, e l’ungherese Stefano Sándor, laico professo della Società di San Francesco di Sales, ucciso a Budapest l’8 giugno 1953.

Tra gli altri, riporta Libero, ci sono anche

don Eladio Mozas Santamera, fondatore delle Suore Giuseppine della Ss.ma Trinità, lo spagnolo don Emanuele Aparicio Navarro e il messicano don Mosè Lira Serafìn, fondatore della Congregazione dei Missionari della Carità di Maria Immacolata. Insieme a loro altri due italiani, il sacerdote passionista Generoso del Santissimo Crocifisso padre Olinto Marella. Infine, si apprestano a salire sugli altari anche due laici, il polacco Antonio Kowalczyk, dei Missionari Oblati della Beata Vergine Maria Immacolata, e la portoghese Silvia Cardoso Ferreira da Silva.

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