MOSCA – Nadezhdna Tolokonnikova, 23 anni, leader delle Pussy Riot che insieme alle sue compagne è stata condannata a due anni di carcere per una dissacratoria preghiera punk anti-Putin, torna ai lavori forzati. La cantante era stata ricoverata in ospedale perché accusava forti emicranie e affaticamento da vita carceraria.
Il gruppo artistico Voinà, di cui fa parte il marito Piotr Verzilov, ha twittato la notizia del suo ritorno in carcere denunciando che l’esito degli esami medici non è stato reso noto. Tolokonnikova si trova ora nella colonia penale numero 14 della repubblica di Mordovia.
Intanto il suo avvocato, Irina Khrounova, ha presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo per denunciare “la violazione dei diritti fondamentali nel processo alle tre ragazze”. Nel ricorso si legge che alle tre ragazze sono stati negati il diritto a un processo equo, la libertà d’espressione e il divieto di essere sottoposti a torture.