La guerra privata del ranchero Spencer ai clandestini: telecamere, vigilantes e cani lupi

Pubblicato il 11 Ottobre 2010 - 13:14 OLTRE 6 MESI FA

Glenn Spencer

Ha trasformato il suo ranch in una base militare con tanto di cani lupo, aerei e telecamere. Glenn Spencer, ingegnere in pensione, ha dato vita a una vera e propria caccia ai clandestini, avendo la sua casa a 600 metri dal confine con il Messico, che controlla con ben 6 vigilantes. Questo è il fulcro dell’American Border Patrol, fondata dal ranchero dell’Arizona utilizzando i risparmi di una vita, per combattere la sua guerra privata contro l’immigrazione.

Ogni giorno, alle 4.30, Spencer, 72 anni, divorziato, si siede davanti a due Mac, scambia messaggi e tiene d’occhio quello che hanno scoperto le sue telecamere lungo il confine. L’ex ingegnere ha comprato il ranch da un ex ufficiale scappato in gran fretta dopo una battaglia tra agenti e narcos e lo ha trasformato in un avamposto, zeppo di mappe, macchine fotografiche, radio. Un piccolo angolo è riservato a Melissa, la sua assistente. In questa base militare dove regna il disordine un pianoforte, eredità dello zio che componeva canzoni per i film di John Wayne.

L’ingegnere li cerca dal basso e dall’alto. Prima di ricorrere alla rete elettronica li ha inseguiti con la sua flottiglia aerea. Nell’hangar riposa il Challenger II, un aeretto armato di videocamere e computer. Poi un ultraleggero che ricorda le macchine volanti dello sfortunato Wyl Coyote.

Quindi due minuscoli droni radiocomandati. Sembrano giocattoli, ma i vigilantes li hanno usati per filmare la frontiera fino ad un paio di anni fa. Poi le autorità hanno detto basta. In un aeroporto vicino c’è un Cessna Tu 206 per il “lungo raggio”. Con missioni a bassa quota Spencer ha documentato i buchi nella barriera, individuato gli esploratori dei contrabbandieri, segnalato attività illegali. Tutte prove di come le autorità federali – accusa – non facciano il loro dovere.

ttp://www.youtube.com/watch?v=bvPCDmHOMGA