NEW YORK – Gisela Getty, moglie di John Paul Getty III, per la prima volta rompe il silenzio sul defunto marito affermando che il rapimento insieme alla sorella gemella Jutta Winkelmann, ha avuto un ruolo chiave nel sequestro dell’allora sedicenne nipote del magnate del petrolio per opera della ‘ndrangheta, l’organizzazione mafiosa calabrese, avvenuto nel 1973 a Roma in Piazza Farnese.
La 69enne regista tedesca ha dichiarato di essere stata prigioniera per due giorni, insieme alla sorella Jutta, del boss mafioso “Ciambellone” dopo che John Paul aveva tentato, senza successo, di organizzare il suo falso rapimento e sganciarsi dalla mafia.
In un’intervista rilasciata al Sunday Times in vista dell’uscita di ‘Trust’, il biopic della BBC sul rapimento di Getty, Gisela ha dichiarato di essere stata tenuta prigioniera per due giorni da componenti della mafia che l’avevano minacciata di stupro e morte.
A distanza di poche settimane da quando le sorelle erano sfuggite alla terribile esperienza, Getty, che Gisela avrebbe in seguito sposato, venne rapito e scomparve per cinque mesi. Inizialmente la famiglia aveva rifiutato di pagare il riscatto di 17 milioni di dollari per cui tre mesi dopo i rapitori fecero pervenire un orecchio e una ciocca di capelli del ragazzo.
Gisela ritiene che Paul, insieme all’amico Marcello Crisi, restò intrappolato con la mafia a causa della droga, il che significa che non è stato in grado di uscire dal falso progetto di rapimento. “Penso che Paul avesse cambiato idea, ma era troppo coinvolto per poter tirarsi indietro”, ha affermato Gisela. “Probabilmente avranno detto a Paul: “Non puoi lasciare la mafia, devi mantenere la parola”. Penso che sia stato sequestrato contro la sua volontà”.
Dopo il trasferimento a Roma per intraprendere la carriera cinematografica insieme alla sorella, Gisela e Jutta avevano iniziato a frequentare gli stessi ambienti di Paul. Le loro vite si sono intrecciate quando sono andate a vivere a casa di Paul, che nel frattempo era stato cacciato dalla scuola, e insieme hanno iniziato a parlare del modo in cui poter realizzare un “mondo migliore”, scrive il Daily Mail.
Volevano utilizzare i miliardi della famiglia Getty per creare in Marocco un paradiso per think tank nel palazzo del padre John Paul Getty II, “mettere l’LSD nelle riserve idriche” e “spingere per far avanzare il cambiamento”.
Per costruire il loro nuovo mondo, Gisela, che è madre dell’attore Balthazar Getty e di Anne nata da un precedente matrimonio, ha spiegato che l’idea di Paul era di fingere il suo rapimento. Ha ammesso di essere stata molto ingenua e detto al Sunday Times: “Con i soldi che la famiglia ha pagato ai rapitori avremmo voluto realizzare un mondo migliore, ma ci siamo ritrovati in un terreno minato”.
Quando è stata coinvolta la mafia, tuttavia, ad essere minacciate sono state le vite di Gisela e della sorella.
Il boss Ciambellone aveva detto loro che voleva investire in un film che stavano girando ma le ha attirate in una trappola. Dopo due giorni, Paul ha cercato di salvarle e alla fine loro sono riuscite a fuggire per conto loro, il che rese il ragazzo paranoico.
A distanza di poche settimane, la sera del 10 luglio 1973, mentre tornava a casa dopo una serata con gli amici, Paul, completamente ubriaco, fu raggiunto da un’auto: due uomini scesero e lo trascinarono in macchina, facendolo stendere nello spazio dietro ai sedili anteriori. L’auto percorse molti chilometri, finché finalmente non arrivò a destinazione, ovvero in Calabria.
I rapitori informarono la famiglia che il giovane sarebbe tornato a casa sano e salvo dopo che fosse stato pagato un riscatto di 17 milioni di dollari. La madre di Paul, Gail Harris, e il padre, J. Paul Getty Jr, erano stati tagliati fuori dalla fortuna di famiglia, per cui chiesero al nonno, J. P Getty, se fosse disposto a pagare la somma.
All’epoca, J. Paul Getty aveva un patrimonio di 2 miliardi di dollari: era non solo l’uomo più ricco al mondo ma della storia. Fu allora che il rapimento prese una piega assurda, con J Paul Getty che rifiutava di pagare il denaro del riscatto.
John Paul Getty III era cresciuto a Roma, dove suo padre, John Paul Getty Jnr, dirigeva l’attività petrolifera della famiglia. I genitori si separarono quando aveva otto anni e il padre si trasferì in Inghilterra, ma Paul rimase a Roma con la madre.
Prima di scomparire, Paul aveva bisogno di soldi e scherzava sul fatto di fingere il proprio rapimento per cui inizialmente la famiglia pensava fosse un falso sequestro da lui ideato. Paul trascorse cinque mesi in una grotta, quando gli mozzarono l‘orecchio la ferita si infettò e all’inizio dell’inverno si buscò una polmonite.
Dopo il pagamento del riscatto, circa 2,2 milioni di dollari attuali, fu trovato in una stazione di servizio. Per il reato finirono in galera due componenti della ‘ndrangheta. Il matrimonio di Paul e Gisela alla fine si concluse con il divorzio, la regista pensa che lui non abbia mai superato il trauma del rapimento e le conseguenze familiari. Qualche anno dopo, nel 1981, un cocktail di droghe e alcol gli provocarono un ictus: Paul diventò tetraplegico, parzialmente cieco e incapace di parlare. È morto nel 2011, a 54 anni, nel Buckinghamshire.