Russia – Cina, frontiere chiuse per Coronavirus. Giulietto Chiesa: “Ma negli ultimi 5 anni…”

Russia Cina: frontiere chiuse per paura del Coronavirus ma negli ultimi 5 anni...
Russia Cina: frontiere chiuse per Coronavirus ma negli ultimi 5 anni… (nella foto d’archivio Ansa, cinesi nella Piazza Rossa di Mosca)

ROMA – La Russia adesso chiude le frontiere con la Cina per paura del Coronavirus, ma negli ultimi 5 anni sul suo suolo la presenza di cinesi è decuplicata. Lo sostiene Giulietto Chiesa, giornalista, scrittore e grande conoscitore della Russia, intervenendo ai microfoni de L’Italia s’è Desta, programma condotto dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, la radio dell’Università Niccolò Cusano. Con Chiesa è stata analizzata la scelta della Russia di chiudere solo ora i confini con la Cina, accogliendo invece nei giorni scorsi migliaia e migliaia di cittadini cinesi che festeggiavano il Capodanno.

Il rapporto Russia-Cina.

“La Russia ha un rapporto con i cinesi molto vicino e stretto – ha spiegato Chiesa – il rapporto tra Cina e Russia è diventato molto importante soprattutto negli ultimi 5 anni. La quantità di cinesi che va a Mosca è più che decuplicata. È anche un grande affare per i russi. Decine di migliaia di cinesi sono in Russia, molti arrivati per i festeggiamenti del capodanno. Questa notte però è accaduto un fatto nuovo. La Russia ha chiuso la frontiera con la Cina. 2700km divenuti di colpo impenetrabili”.

Domande senza risposte e il censimento alla frontiera.

“Se confrontiamo la situazione russa con quella italiana ci sono alcuni grandi punti interrogativi. Quanti di questi cinesi sono entrati in Russia dopo l’esplosione del contagio? Quanti sono nello stato di incubazione? Per ora non abbiamo informazioni, sappiamo solo che in Russia ora si sta correndo ai ripari. L’OMS ha dichiarato l’emergenza mondiale, figuriamoci se la Russia può ignorare questo fattore. Sperano di fare un gigantesco censimento.

È possibile che i russi abbiano sottovalutato la situazione. Noi in fondo siamo lontani dalla Cina. In Russia, dalla Cina, ci si arriva a piedi seppur in Siberia, nelle zone orientali. Sono circa 200 milioni i cinesi che hanno rapporti costanti con la Russia, possiamo immaginare cosa significhi stare lì. Il problema vero quindi è fare il censimento di chi ha attraversato la frontiera negli ultimi 20 giorni”.

Un attacco contro la Cina di Xi Jinping?

“Non ho dubbi sul fatto che Xi Jinping stia dicendo quello che sa, ne sono certo. Stiamo attenti, non so quanto sappia Xi Jinping. Ci domandiamo, e forse anche lui si sta domandando, da dove sia arrivato questo virus, quali erano i gruppi di ricerca, cosa si faccia nel laboratorio di Wuhan. Xi Jinping deve anche capire quale e se c’è stata un’operazione politico militare. Chiunque al suo posto dovrebbe farsi delle domande perché questa è una delle vicende più segrete ed inquietanti della storia e non si può escludere possa esserci che c’è un rapporto tra queste cose ed il futuro della guerra. Io ho l’impressione che siano stati colti di sorpresa”.

Se fosse un attacco chi sarebbe il mandante?

“Io leggo tutti i giorni i documenti politici che vengono dai centri di ricerca militare. Nell’ultimo documento che arriva dagli Stati Uniti si scrive che la guerra contro Russia e Cina è imminente. Lo dice il Pentagono. Se io fossi un cinese una riflessione la farei. Il presidente Xi Jinping non dirà che è stato un attacco. Non lo potrebbe dimostrare ed ora ha il problema di dimostrare di sapersi difendere. Tra 20 giorni potremmo svegliarci ed avere di fronte un Mondo completamente nuovo”. (Fonte Radio Cusano Campus).

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