Nel secondo mese di guerra in Ucraina, cresce la preoccupazione che la Russia per assicurarsi la vittoria potrebbe ricorrere all’uso di armi chimiche. The Independent riferisce che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel corso di un vertice dei leader della Nato a Bruxelles, ha affermato che contro i civili sono già state utilizzate armi al fosforo bianco. “Usate bombe al fosforo. Bombe russe al fosforo. Uccisi nuovamente adulti e bambini”, ha detto il presidente ucraino.
Russia, Ucraina e armi chimiche
Presente al meeting, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ha avvertito che lo scoppio della guerra chimica è “una concreta minaccia”. Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha dichiarato che qualsiasi azione di questo tipo rappresenterebbe “una palese violazione del diritto internazionale”, “avrebbe conseguenze di vasta portata ” e “cambiare totalmente la natura del conflitto”. I commenti di Zelensky sono seguiti a quelli di Oleksiy Biloshytskiy, vice capo delle forze di polizia di Kiev, che di recente ha twittato un video in cui si vedeva un razzo fumante conficcato nel terreno con il commento: “L’altro uso di armi al fosforo a Kramatorsk”.
Il governatore di Lugansk Oblast, Serhiy Haidai, ha denunciato su Facebook l’utilizzo di munizioni al fosforo delle truppe russe nell’assedio di Popasna, località nel Donbass nella regione di Lugansk. Il Ministero della Difesa britannico ha affermato che lo stesso Cremlino ha ammesso di aver utilizzato razzi termobarici.
I danni causati dal fosforo bianco
Il fosforo bianco quando entra in contatto con l’ossigeno si accende e brucia fino a 1.300° C, producendo un denso fumo bianco con un odore che ricorda quello dell’aglio. Non può essere spento con l’acqua. L’acido è comunemente usato in guerra per creare cortine fumogene così da nascondere i movimenti delle truppe, per illuminare di notte il campo di battaglia o per contrassegnare bersagli. A causa di queste applicazioni pratiche e del fatto che non è esplicitamente inteso a prendere di mira le persone, attualmente non è riconosciuta come arma chimica ai sensi della Convenzione sulle armi chimiche del 1993. Tuttavia il fosforo bianco può anche essere impiegato come arma incendiaria, in grado di dare fuoco ai nemici o incendiare dei bersagli militari. Può causare lesioni ai polmoni, cuore, fegato e reni e ustioni di terzo grado che in genere richiedono innesti cutanei.
Il protocollo III della Convenzione sulle armi convenzionali del 1980 proibisce esplicitamente l’uso del fosforo bianco come arma contro le popolazioni civili, tracciando una distinzione tra combattenti e non combattenti, il che significa che il protocollo viene violato solo se viene colpito quest’ultimo gruppo. L’articolo 35 del Protocollo I delle Convenzioni di Ginevra stabilisce che qualsiasi arma che causi “sofferenze superflue o non necessarie”, che dunque potrebbe essere applicata allo sparo indiscriminato di fosforo bianco, può costituire un crimine di guerra.
Il fosforo nelle guerre
Ma negli ultimi anni utilizzato proprio in questo modo in diverse occasioni. Dalla coalizione guidata dagli Stati Uniti nella battaglia di Falluja durante la guerra in Iraq nel 2004. Da Israele a Gaza nel 2008/09, dalla Russia contro il popolo di Aleppo durante il suo intervento nella guerra civile siriana del 2016. Poi nella lotta contro l’Isis a Mosul nel 2017. “Questo fa parte dell’orrore della guerra”, ha commentato David Johnson, ricercatore della RAND Corporation e veterano dell’esercito, in una conversazione con Insider. “Queste armi sono sviluppate per scopi militari. E a dirla tutta, verranno utilizzate”.
Il fosforo bianco impiegato sia nella prima che nella seconda guerra mondiale ed è noto come “WP” o “Willy Pete”. Ha lasciato ancora delle tracce. Nell’agosto 2017, una donna che passava sulla riva del fiume Elba. Vicino ad Amburgo. Ha preso dalla sabbia bagnato quella che credeva essere una pepita d’ambra e l’ha messa nella tasca del cappotto. Ma si trattava dell’esplosivo e la donna è sfuggita a gravi lesioni solo per un soffio.