Russia. Khodorkovski bis: esce nel 2016

MOSCA – Conferma della colpevolezza e riduzione di un anno della pena, da 14 a 13 anni: cosi' ha deciso oggi il tribunale d'appello nel processo bis all'ex patron del colosso petrolifero Yukos Mikhail Khodorkovski e al suo ex socio Platon Lebedev, accusati di appropriazione indebita di petrolio per un valore di 21 miliardi di euro e di riciclaggio dei relativi proventi. Per loro le porte del carcere, dove sono entrati nel 2003, si riapriranno solo nel 2016. I giudici si sono limitati a limare la condanna dopo aver ridotto di quasi un terzo (130 milioni di tonnellate circa) la quantita' di petrolio di cui i due imputati si sarebbero impossessati illegalmente, per un valore complessivo di 1,7 mld di euro. Una modifica peraltro richiesta dalla stessa accusa, che tuttavia si era ben guardata dal chiedere un adeguamento della pena. Prima che il tribunale si ritirasse per la decisione, Khodorkovski aveva chiesto l'annullamento di una sentenza a suo avviso ''assurda'', ''menzognera'' e delirante''. Il presidente Dmitri Medvedev, aveva ammonito, ''dovra' scegliere quello di cui lui stesso e la Russia hanno bisogno: lo Stato di diritto o la giustizia sommaria. Non si possono avere tutte e due le cose contemporaneamente''. I suoi difensori hanno definito la lieve riduzione di pena una misura ''cosmetica'' e hanno annunciato ricorso alla corte europea per i diritti dell'uomo, dove la Russia viene puntualmente condannata per le sue frequenti violazioni. La sentenza e' stata accolta tra le lacrime dai genitori di Khodorkovski ed e' stata criticata dai difensori dei diritti umani russi. Molti osservatori ritengono che i processi contro Khodorkovski siano stati orchestrati dal Cremlino per rafforzare il controllo dello Stato sugli asset petroliferi e per punire un oligarca che aveva osato sfidare l'allora presidente ed ora premier Vladimir Putin.

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