Russia, Mosca. Brucia storica biblioteca, incendio forse doloso

La biblioteca bruciata
La biblioteca bruciata

RUSSIA, MOSCA – Un pezzo del patrimonio culturale russo e’ andato letteralmente in fumo in un gigantesco incendio che nella notte ha distrutto parzialmente una antica biblioteca dell’Accademia delle Scienze, quella dell’istituto dell’ informazione scientifica sulle scienze sociali (Inion).

Fondata nel 1918, un anno dopo la rivoluzione bolscevica, era una delle biblioteche piu’ grandi del Paese, con oltre 14 milioni di libri e riviste, tra cui rari testi medievali in lingue slave, documenti dell’Onu e dell’Unesco, rapporti parlamentari da paesi stranieri – compresi gli Usa – risalenti al 1789.

Potrebbe non essere stato un incidente l’incendio scoppiato venerdì sera in una delle più grandi biblioteche russe. Si parla di un corto circuito, mentre alcuni siti ipotizzano un’azione dolosa legata a gruppi economici che volevano mettere le mani sul fatiscente edificio per costruire un centro commerciale. Il 15% delle lopere e’ finito in cenere.

Fortunatamente non ci sono state vittime, anche perche’ il rogo e’ scoppiato di notte, quando all’interno della biblioteca non c’era nessuno. Le fiamme si sono sprigionate al terzo piano espandendosi per circa 2000 metri quadri e causando il crollo parziale del tetto. Sul posto sono giunti 38 mezzi anti incendio e oltre 200 pompieri, rimasti impegnati piu’ di 17 ore per domare un incendio classificato di terzo grado (su cinque) che ha illuminato tutta la zona del Nakhimovski prospekt, a sud-est di Mosca.

L’edificio su Nakhimovskij Prospekt, nella periferia di Mosca, fu costruito negli anni sessanta per ospitare la biblioteca creata nel 1918.
È un tipico palazzone dell’epoca sovietica, assai malridotto. Purtroppo solo una minima parte delle opere conservate era stata digitalizzata. Gli addetti alla biblioteca, dicono i ricercatori che la frequentano, hanno una scarsissima conoscenza dell’informatica e così ogni ricerca di volumi veniva condotta a mano. Occorreva presentare una richiesta su un foglio (con regolare copia realizzata con carta carbone) per avere il testo richiesto dopo alcune ore.

Il governo ha recentemente varato una norma per togliere la gestione amministrativa degli istituti e delle biblioteche agli scienziati che fanno parte dell’Accademia. Da ora in poi sarà un apposito organismo statale a gestire gli edifici. Quelli dell’Istituto dell’informazione scientifica erano stati tra i primi a contestare questa nuova normativa.

La biblioteca, che manteneva un scambio di libri con 874 partner in 69 Paesi, ora sara’ costretta a chiudere i battenti a lungo e gia’ si discute se sia meglio un trasloco o un restauro dell’edificio. In ogni caso un segnale preoccupante: finora gli incendi, per i quali la Russia detiene un triste primato, avevano bruciato ospizi, ospedali, condomini, depositi di munizioni, ma avevano risparmiato le grandi biblioteche.

Era un edificio che attirava subito lo sguardo, una astronave di modernità planata nella zona residenziale Sud-Ovest, prestigiosa ma piuttosto anonima. Pietra bianca e vetro, un ponte verso l’entrata gettato sopra una piscina, e un tetto puntellato da decine di oblò di vetro che anche nei giorni invernali inondavano di luce gli open space e le sale con le scale sospese nell’aria. Sulla facciata, una sigla criptica, “INION”, che non diceva nulla alla maggior parte dei passanti rimasti incuriositi da questo fortino alieno nella Mosca dell’architettura sovietica, un po’ Le Corbusier e un po’ Nimeyer.

Ma ancora più preziosi erano i contenuti: INION stava per Istituto di informazione sulle scienze sociali, e per la sua biblioteca. Anzi, prima veniva la biblioteca: il centro di ricerca è nato anni dopo intorno a quella che era considerata la più ricca collezione di testi su argomenti politici, sociali, linguistici ed economici della Russia. Almeno 14 milioni di titoli, la seconda collezione di Mosca dopo la Biblioteca Lenin, la quarta a livello nazionale, ma per molti ricercatori che oggi la stanno rimpiangendo la prima in assoluto, la più completa e aggiornata.

Sulla salvezza dell’immenso patrimonio della biblioteca però ci sono versioni contrastanti. Il direttore dell’INION Yuri Pivorarov ha parlato di “dramma e tragedia per la scienza russa”, ma ha ringraziato “gli eroici pompieri per aver salvato la migliore biblioteca europea di scienze sociali”. Secondo lui, parte dei volumi sono stati danneggiati non dal fuoco, ma dall’acqua e dalla schiuma degli estintori, ma verranno asciugati “con macchine speciali”. Il presidente dell’Accademia delle scienze Vladimir Fortov, che si è recato sul luogo del rogo per ringraziare i vigili del fuoco, ha ammesso la perdita del 15% dei fondi. E molti ricercatori temono il disastro definitivo.

Sarebbe un danno incalcolabile. Negli scaffali dell’INION c’erano libri che risalivano al ’500, in lingue europee e orientali antiche e moderne. Molti documenti erano unici per la Russia: la collezione completa di resoconti parlamentari americani (dal 1789), italiani (dal 1897) e britannici dal (1803), atti della Lega delle Nazioni e dell’Onu. Ma soprattutto era, sul modello della Biblioteca del Congresso Usa, un tesoro del ’900: fondata nel 1918 come Biblioteca dell’Accademia Socialista, collezionava un esemplare di ogni rivista, giornale o volantino usciti dalle stampe.

Molte collezioni di periodici hanno più di un secolo, ed era il punto di riferimento per i ricercatori che tentavano di violare la cortina di ferro: all’INION si potevano ottenere riviste specializzate in diversi settori un mese dopo che erano state pubblicate in Europa. Superando mille ostacoli e ottenendo permessi speciali, ma le sale di lettura sulla Profsoyuznaya erano una finestra sul mondo, e con la fine del comunismo l’INION ha lanciato una serie di ricerche su argomenti globali, e ospitava nelle stanze della sua lussuosa sede costruita negli anni ’70 anche l’Istituto delle ricerche sulla Germania.

Con il comunismo erano però finiti anche i soldi per la ricerca, e la famosa piscina-fossato che circondava la biblioteca – e che serviva anche per raffreddare gli impianti di condizionamento dell’edificio – si era prosciugata e mostrava piastrelle rotte. La causa ufficiale del rogo per ora è un corto circuito, forse da impianti elettrici obsoleti. Ma una fonte della polizia ha rivelato al tabloid Lifenews che ci sono le prove di un incendio doloso: qualcuno puntava da tempo a un terreno grande e strategicamente piazzato all’incrocio tra due vie importanti di un quartiere che nel frattempo è diventato quasi il centro di Mosca.

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