Sacco e Vanzetti giustiziati 94 anni fa negli Usa: i due italiani anarchici simbolo dell’ingiustizia

Sono trascorsi 94 anni dalla ingiusta morte di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. Erano anarchici ed erano immigrati: i due italiani furono giustiziati il 23 agosto 1927 negli Usa. Erano innocenti, ma il clima xenofobo in cui si svolse il processo, li condusse sulla sedia elettrica nonostante le proteste. 

Nicola Sacco era nato in Puglia il 22 aprile 1891, mentre Bartolomeo Vanzetti, piemontese, era nato l’11 giugno 1888. Entrambi erano emigrati negli Stati Uniti in cerca del sogno americano. Il primo aveva trovato lavoro in una fabbrica di scarpe per 10 ore al giorno, sei giorni a settimana.

Il secondo aveva lavorato in trattorie e cave. Quando, dopo aver organizzato uno sciopero, nessuno voleva più farlo lavorare, si mise a fare il pescivendolo in proprio.

Sacco e Vanzetti, l’arresto e la condanna a morte 

Sacco e Vanzetti si conobbero appena ventenni, quando entrarono a far parte di un gruppo di anarchici italo-americani. 

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, scapparono in Messico come molti altri anarchici, per sfuggire alle armi. Al loro ritorno negli Usa non sanno di essere stati inseriti in una lista di sovversivi e per questo pedinati.

L’arresto e la condanna a morte arrivano dopo l’accusa di un duplice omicidio: un contabile e un agente di sicurezza uccisi durante una rapina a un negozio di scarpe. Ma Sacco e Vanzetti non c’entravano nulla. A nulla valse la testimonianza di un altro detenuto, che aveva preso parte alla rapina e che li aveva scagionati. Neppure la solidarietà di Albert Einstein e di numerosi intellettuali in tutto il mondo bastò a salvarli. 

Solo nel 1977 il governatore del Massachusetts, Michael Dukakis, ha riconosciuto ufficialmente l’errore giudiziario e ha riabilitato la memoria di Sacco e Vanzetti.

Sacco e Vanzetti, simbolo di ingiustizia

Da allora Sacco e Vanzetti sono diventati un simbolo dell’ingiustizia. Erano immigrati, stranieri e per giunta portatori di rivendicazioni sociali. Un nemico per l’America negli anni della “paura rossa”, la paura del comunismo. Nonostante i due italiani fossero di tutt’altro orientamento.

Il caso di Sacco e Vanzetti scosse anche l’opinione pubblica italiana e pure il governo fascista prese posizione e si mosse attivamente, nonostante le loro idee politiche.

“Soffro perché italiano e perché anarchico. Ma se potessi rinascere altre due volte, vivrei di nuovo per fare quello che ho già fatto”, sono le ultime parole pronunciate da Vanzetti dinanzi al giudice.

Quando il verdetto di condanna a morte fu reso noto, esplose una manifestazione di protesta a Boston. Durò ben dieci giorni, fino alla data dell’esecuzione: il corteo attraversò il fiume e le strade fino alla prigione di Charlestown.

La polizia e la guardia nazionale li attendevano dinanzi al carcere con le mitragliatrici puntate contro i manifestanti.

Sacco e Vanzetti, l’esecuzione

Poco dopo la mezzanotte del 23 agosto 1927, alle 00:19, dopo sette anni di udienze, Sacco e Vanzetti furono giustiziati sulla sedia elettrica, a distanza di 7 minuti l’uno dall’altro. Prima Sacco e poi Vanzetti.

L’esecuzione scatenò nuove rivolte popolari a Londra, Parigi e in diverse città della Germania. 

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