Sakineh, “e chi vuole impiccarla?”: il giudice ritratta

TEHERAN – Un magistrato iraniano che due giorni fa aveva evocato una possibile impiccagione per Sakineh Mhammadi Ashtiani – la donna iraniana condannata alla lapidazione nel 2006 – ha ritirato le sue dichiarazioni affermando di essere stato mal compreso dalla stampa.

Secondo quanto scrivono i giornali iraniani, oggi Malek Ajdar Sharifi, capo della giustizia dell'Azerbaigian orientale (nord est dell'Iran, dove la donna e' detenuta) ha precisato che il dossier di Sakineh ''segue il suo iter normale, conformemente alle legge….Le citazioni di mie dichiarazioni a proposito del modo di applicare la pena contro Sakineh Ashtiani sono state estrapolate e hanno avuto una scorretta interpretazione''.

Domenica l'agenzia Fars aveva citato dichiarazioni di Sharifi con le quali il magistrato aveva attribuito al capo della giustizia iraniana Sadeq Larijani il giudizio secondo cui, non potendo applicare la pena della lapidazione contro Sakineh, poteva essere ''scelta quella dell'impiccagione''.

Sakineh era stata condannata a morte nel 2006 con l'accusa di aver ucciso il marito con l'aiuto del suo amante, e alla lapidazione per adulterio. Nell'appello del 2007 la prima pena era stata ridotta a dieci anni di carcere, ma la lapidazione era stata confermata.

Nel 2010 la giustizia iraniana aveva poi sospeso la pena della lapidazione in attesa di un riesame del dossier riguardante la donna ma, anche in seguito alle sdegnate reazioni internazioni e alla pressione di molti paesi sulla giustizia iraniana, si erano anche diffuse voci su una possibile cancellazione definitiva della pena.

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