Sana Cheema, è giallo: morta di infarto o sgozzata dal padre e dal fratello? Sana Cheema, è giallo: morta di infarto o sgozzata dal padre e dal fratello?

Sana Cheema, è giallo: morta di infarto o sgozzata dal padre e dal fratello?

Sana Cheema, è giallo: morta di infarto o sgozzata dal padre e dal fratello?
Sana Cheema, è giallo: morta di infarto o sgozzata dal padre e dal fratello? (Foto Instagram)

BRESCIA – E’ un giallo la fine di Sana Cheema, la ragazza di 25 anni di origini pachistane, cittadina italiana residente a Brescia, morta in Pakistan. Secondo alcune ricostruzioni arrivate dal Paese asiatico, la giovane sarebbe morta “per morte naturale”. Ben diversa la versione di altri rappresentanti della comunità pachistana in Italia, secondo i quali sarebbe stata uccisa dal padre e dal fratello perché rifiutava il matrimonio combinato con un compaesano.

“È stata aperta un’inchiesta dalla Procura del distretto dove la ragazza è morta. In 48 ore sapremo la verità”, ha annunciato Raza Asif, segretario nazionale della comunità pachistana in Italia intervenuto a Brescia durante una manifestazione indetta per chiedere verità sulla morte della giovane che aveva lasciato il capoluogo lombardo in tutta fretta a novembre.

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Sana aveva aperto un’agenzia di pratiche automobilistiche vicino casa che ha chiuso in tempi rapidi prima della fine del 2017. Il padre ha lasciato invece l’Italia due settimane fa e nell’appartamento dove ha la residenza ora vive un uomo di origine straniera che assicura: “In casa non c’è più nulla di Sana”.

I vicini raccontano che il padre della giovane avrebbe più volte fatto vedere le foto dei possibili mariti per la figlia. “Il matrimonio combinato per la figlia poteva essere nei piani, ma anche su questo dobbiamo capire”, ha spiegato Asif.

Dal Pakistan è stato mandato ai connazionali a Brescia un certificato medico che testimonierebbe come la giovane l’11 aprile scorso avrebbe accusato un malore in strada e per questo sarebbe stata ricoverata in ospedale. “Al momento la certezza è che il padre e il fratello di Sana non sono arrestati”, ha aggiunto parlando con la stampa e con la cinquantina di connazionali presenti. Tutti uomini e nemmeno una donna.

“Il nostro ambasciatore ha detto che dobbiamo far vedere le donne. Lo faremo”, ha tagliato corto il segretario. In attesa di avere notizie certe, i coetanei di Sana, come lei italiani di seconda generazione, sono sicuri che la verità non emergerà mai.

“Dicono che è morta di infarto, ma nessuno ci crede. In Pakistan non c’è giustizia”, ha affermato un amico della giovane, che abita nello stesso quartiere a Brescia. “Il Governo del nostro Paese – ha detto invece Asif – vuole approfondire la vicenda e capire la realtà dei fatti anche se non è mai stata fatta alcuna denuncia sulla morte di Sana”.

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