La controfigura accusa Natalie Portman: “Mente, in Black Swan ballavo io”

Sarah Lane

LOS ANGELES – La polemica sul Cigno Nero, il film che ha appena vinto l’Oscar, si gioca tutta sulle percentuali. Natalie Portman, l’attrice protagonista che dopo massacranti lezioni di danza è riuscita a essere all’altezza delle coreografie del film, sostiene di aver ballato per il 90% delle scene. La sua controfigura, Sarah Lane, ballerina dell’American Ballett Theatre, sostiene invece che Natalie abbia ballato solo per il 5% del film. Tutto il resto è stato fatto invece dalle sue gambe e dalle sue braccia, perché, rivendica la Lane, ballerine non si diventa dopo un anno e mezzo, ma dopo anni e anni di totale dedizione.

La Portman ha sempre convintamente sostenuto di essere arrivata a girare le complesse scene del film, dedicato alla vita di una ballerina classica, dopo lezioni iniziate un anno e mezzo prima delle riprese. Lezioni quotidiane, durante ore. Un lavoro talmente duro che il ricorso alla controfigura sarebbe stato necessario solo per un misero 5% delle scene. Una dedizione che, insieme alla recitazione, hanno portato l’attrice di origine israeliana di 29 anni a vincere l’Oscar, ritirato con il pancione poche settimane fa.

Natalie Portman in Black Swan (Foto La Presse)

A Oscar incassato, ora la sua controfigura si sente in diritto di chiarire: “Praticamente tutta la danza l’ho fatta io – sostiene -, Natalie e io abbiamo alternato le riprese. Facevano i primi piani di lei, la faccia e dalle braccia in su, poi facevano le riprese con me, l’intero corpo o un primo piano dei miei piedi. E a quel punto hanno inserito digitalmente la sua faccia sul mio corpo”.

La Fox, produttrice del film, ha risposto così alla Lane: “Siamo stati fortunati ad avere Sarah per le sequenze di danza più complesse e abbiamo solo elogi per il suo lavoro. Ma è stata Natalie a fare gran parte della danza mostrata nel film”. La ballerina giura di non cercare notorietà a tutti i costi, solo difendere un mestiere duro che richiede sacrifici enormi: “Voglio che la gente sappia che non puoi diventare un professionista in un anno e mezzo. Ci vogliono anni per crescere tecnicamente e come artista. È un campo durissimo e i ballerini non ricevono il credito che andrebbe loro riconosciuto”.

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