Save the Children: un bambino su tre muore per fame

ROMA, 14 OTT – Un terzo dei quasi 8 milioni di bambini che ogni anno nel mondo muoiono prima di aver compiuto 5 anni, ha come concausa la malnutrizione, cioè l'assenza o inadeguatezza di cibo e nutrienti: la denuncia arriva da Save the Children alla vigilia della Giornata Mondiale sull'Alimentazione, domenica 16 ottobre.

Si stima che il 65% dei decessi infantili per i quali la malnutrizione è una concausa avvenga in 10 Paesi: India, Cina, Nigeria, Pakistan, Indonesia, Bangladesh, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo, Filippine, Tanzania.

"Quando un bambino non ha da mangiare e non assume i principi nutritivi necessari alla sua crescita, diventa debole e il suo sistema immunitario, ancora immaturo, più vulnerabile a malattie che possono diventargli fatali", spiega Valerio Neri, direttore Generale Save the Children Italia.

"Combattere e vincere la battaglia contro la mortalità infantile passa necessariamente attraverso il contrasto alla malnutrizione infantile, un killer subdolo e che purtroppo continua a seminare morte tanto più a seguito delle drammatiche emergenze alimentari che stanno flagellando alcune zone".

Le recenti emergenze alimentari e umanitarie hanno avuto un impatto devastante in alcune aree come il Corno d'Africa. In Somalia, nel 2010, il 32,8 % dei bambini erano sotto peso. E si stima che nello stesso anno nel paese siano morti 70.000 bambini, di cui 42.000 prima di aver compiuto un anno e 21.000 nel periodo neonatale. Numeri che potrebbero drammaticamente salire a seguito della terribile emergenza che affligge parte del Paese: Save the Children stima che solo a Mogadiscio il 45% dei bambini sia malnutrito, mentre i centri per la cura della malnutrizione di Save the Children presenti in quasi tutto il paese registrano anche una triplicazione nel numero di bambini gravemente malnutriti, seguiti e curati.

In Pakistan, a seguito dell'alluvione che ha colpito il paese più di un anno fa, l'organizzazione ha rilevato un tasso di malnutrizione dei bambini del 23%.

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