LOS ANGELES – Duri sono stati gli attacchi mossi a Scarlett Johansson. L’attrice americana si è infatti fatta ritrarre davanti al muro che circonda la Cisgiordiania o, ancora, davanti alle macerie dei campi profughi palestinesi, tutto questo perché è diventata la testimonial della Sodastream, società israeliana che opera appunto nei Territori palestinesi. Infatti la miccia si è accesa proprio perché la questione relativa agli insediamenti e agli espropri è molto sentita.
Scarlett Johansson non si è fatta attendere e ha risposto alle numerose critiche che si sono scatenate sui social Twitter e Facebook, spiegando: “Non aver mai avuto l’intenzione di essere il volto di un movimento sociale o politico. Resto una sostenitrice della cooperazione economica e dell’integrazione sociale tra un Israele democratico e la Palestina. SodaStream è una società che si impegna non solo per l’ambiente ma anche per la costruzione di un ponte di pace tra Israele e Palestina, sostenendo i vicini che lavorano fianco a fianco e che ottengono la stessa retribuzione, uguali benefit e pari diritti. Questo è ciò che accade nella loro fabbrica di birra Ma’ale Adumim ogni giorno lavorativo”.
Nonostante la replica dell’attrice le dichiarazioni sopra citate non hanno fatto altro che aizzare la polemica. In ballo una sorta di conflitto d’interessi perché la stessa Scarlett Johansson figura come ambasciatrice all’organizzazione Oxfam International, dalla quale ha ricevuto pesanti critiche per l’attività pubblicitaria in SodaStream.
L’attacco sferrato è causato dal fatto che l’organizzazione di cui la Scarlett è ambasciatrice si oppone a “tutti i tipi di commercio” degli insediamenti israeliani, sostenendo che sono illegali e negano i diritti dei palestinesi. Insomma una bel grattacapo ha investito la diva.