Scomunica vescovo Cina, Vaticano: "Merito a chi si è opposto"

CITTA' DEL VATICANO, 16 LUG – Scomunica per il vescovo ordinato senza mandato papale a Shantou. Apprezzamento per i vescovi che hanno tentato di opporsi alle pressioni delle autorita' a partecipare alle ordinazioni, e per quei fedeli e sacerdoti che hanno protetto il proprio vescovo da queste pressioni. Ancora il rammarico del Papa e per come viene trattata la Chiesa in Cina e riaffermazione del diritto alla liberta' di coscienza per i cattolici cinesi.

Da giorni nell'aria, una nota ufficiale della Santa Sede ratifica con durezza la fase di forte contrasto con la Cina in seguito alle ordinazioni di vescovi senza mandato papale, e sostiene con decisione i cinesi fedeli al Papa. La nota si riferisce alla ordinazione, lo scorso 14 luglio, di mons. Giuseppe Huang Bingzhang, a Shantou, una diocesi dove peraltro c'e' gia' un vescovo legittimo. E ricalca la presa di posizione del 4 luglio contro l'ordinazione, il 29 giugno, del rev. Lei Shiyn a vescovo di Leshan. Il 14 stesso inoltre il portavoce vaticano padre Federico Lombardi aveva espresso ''dolore e preoccupazione'' per ''un atto contrario all'unione della Chiesa universale''.

Visto che Huang Bingzhang ''era stato informato da tempo che non poteva essere approvato come candidato episcopale'', per lui, spiega la Santa Sede, scattano le ''sanzioni previste dal canone 1382 del codice di diritto canonico'', cioe' la scomunica ''latae sententiae''. Diversa la situazione degli otto vescovi in comunione con il Papa che hanno preso parte al rito, mons. Shen Bin di Haimen; mons. Liao Hongqing di Meizhou; mons. Liang Jiansen di Jiangmen; mons. Gan Junqiu di Guangzhou; mons. Su Yongda di Zhanjiang; mons. Li Suguang, vescovo coadiutore di Jiangxi; mons. He Zeqing di Chongqing (Wanzhou).

La Santa Sede infatti e' al corrente che alcuni vescovi, ''contattati dalle autorità civili'' non volevano partecipare alla ordinazione illegittima e hanno messo ''in atto forme di resistenza'', ma sono stati ''obbligati a prendervi parte'': ''il loro e' un atto meritorio davanti a Dio e suscita apprezzamento in tutta la Chiesa''.

''Uguale apprezzamento va anche a quei sacerdoti, a quelle persone consacrate e a quei fedeli che hanno difeso i propri pastori'' e qui e' chiaro il riferimento a Pei Junmin, che, designato come presidente della celebrazione, era riuscito a non andare grazie a un sit-in perpetuo di preghiera dei suoi sacerdoti e fedeli, cosi' che il rito, nella cattedrale di san Giuseppe a Shantou, era stato presieduto da mons. Fang Xinyao di Linyi, presidente dell'Associazione patriottica nazionale. Con la nota di oggi – della quale pubblica anche la traduzione cinese – la Santa Sede appoggia con forza la mobilitazione dei cinesi fedeli al Papa, a sostegno dei quali la Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli ha persino creato un blog in cinese. Contro l' ordinazione illegittima il cardinale Zen aveva persino rivolto un appello al presidente Hu Jintao e al premier Wen Jiabao. Intanto voci dalla Cina annunciano l'intenzione di Pechino di proseguire con decine di ordinazioni illecite: sono una quarantina le sedi episcopali vacanti. E AsiaNews con un editoriale del direttore padre Bernardo Cervellera, sottolinea che ''il timore di molti fedeli e' che il governo possa scagliarsi contro di loro mettendoli in isolamento e costringendoli a mesi di lavaggio del cervello sulla 'bonta'' della politica cinese verso le religioni''.

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