Sergei Skripal, il gas nervino nella bottiglia del profumo. Messo in valigia in Russia Sergei Skripal, il gas nervino nella bottiglia del profumo. Messo in valigia in Russia

Sergei Skripal, il gas nervino nella bottiglia del profumo. Messo in valigia in Russia

Sergei Skripal, ex spia russa avvelenata col gas nervino
Sergei Skripal, il gas nervino nella bottiglia del profumo. Messo in valigia in Russia

ROMA – Il gas nervino che ha ridotto in fin di vita l’ex spia russa Sergei Skripal e sua figlia era nascosto in una bottiglia di profumo o su alcuni vestiti nella valigia della ragazza.

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Gli investigatori che indagano sull’avvelenamento dell’ex spia russa e della figlia sostengono che il gas nervino sia stato messo nella valigia della ragazza prima ancora che partisse da Mosca. Secondo i primi risultati dell’indagine, la sostanza velenosa è stata impregnata in un abito nella valigia o addirittura inserita in un regalo, probabilmente una boccetta di profumo, che è stato poi aperto nella casa di Salisbury. Un dettaglio che indica che la donna sia stata presa di mira per arrivare al padre.

Dalle indiscrezioni del Telegraph, non si capisce peraltro se la potenziale versione della valigia si basi su qualche traccia concreta già rinvenuta. O se invece sia stata messa sul tavolo per esclusione, dopo il mancato ritrovamento di alcuna traccia dell’arrivo in Gran Bretagna di quella “squadra di esecutori al servizio del Cremlino” che – nelle parole del giornale conservatore – gli investigatori pare immaginassero di trovare.

Il quotidiano inglese scrive in effetti che l’intelligence starebbe al momento “lavorando sulla teoria” di una possibile contaminazione di “vestiti, cosmetici” o di un qualche oggetto “regalo” che Yulia Skripal, 33 anni, aveva portato con sé da Mosca, dove era tornata a vivere da qualche anno dopo un periodo trascorso con i genitori in Inghilterra. Si sa che la donna era giunta a Salisbury pochi giorni prima dell’avvelenamento, per fare visita al padre Serghei, 66 anni, ex colonnello dell’intelligence militare russa (Gru) vendutosi negli anni ’90 all’MI6 britannico, poi condannato in patria, graziato nel 2010 e infine riparato transfuga nel Regno.

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