ROMA – Katrina Shelton ha lottato strenuamente tra la vita e la morte per una grave sindrome da choc tossico provocata da un qualcosa che nessuno si aspetterebbe. E’ iniziato tutto quando Katrina era a scuola. Quel giorno la ragazza, 13 anni, era andata a scuola nonostante non si sentisse particolarmente bene: debolezza generale, pressione bassa, mal di testa e nausea.
“Alle 10 ho iniziato ad avere i sintomi peggiori – racconta al Daily Mail – non riuscivo a tenere gli occhi aperti così ho chiamato mia madre che mi ha riportato a casa. Dopo qualche ora di relax durante le quali mi sembrava di sentirmi meglio, il male è tornato”. E la ragazza ha anche iniziato a vomitare. A quel punto la mamma la porta dal medico che però le diagnostica una semplice influenza e le consiglia di stare a riposo. La sua situazione però si fa grave.
”Un giorno mi sono svegliata e non riuscivo a muovere il lato destro del mio corpo: ero terrorizzata”. A quel punto la madre prende la macchina per portarla in ospedale ma, quando entra in casa per aiutarla a salire, la trova svenuta sul pavimento del bagno. La mamma, aiutata dal compagno, riesce a portare la figlia in ospedale, lo Sparrow Hospital a Lansing, negli Stati Uniti. A quel punto i medici non possono negare la realtà ai familiari: la situazione è grave, più grave del previsto.
”Io piangevo, ero circondata da medici e infermieri che non facevano che infilare aghi nelle mie braccia. Ero terrorizzata”. Dopo 2 giorni in terapia intensiva, la ragazza si stabilizza ma nessuno riesce ancora a stabilire quale sia stata la causa del suo male. Solo dopo qualche giorno arriva la diagnosi: sindrome da choc tossico, quella causata da batteri che proliferano nel corpo rilasciando pericolose tossine.
E la sindrome da choc tossico era stata provocata dall’assorbente interno che la ragazza aveva indosso il giorno in cui per la prima volta si è sentita male.
”Non hanno saputo dirmi di preciso cosa sia successo – ha spiegato – mi hanno solo detto di non usare mai più assorbenti interni. È scioccante: tutte leggiamo le etichette degli assorbenti, ma di certo non potevo immaginare che una cosa come quella potesse accadere a me”.
Ormai sono passati 3 anni dal fatto e la ragazza non ha riportato alcun danno a lungo termine. Ma, quando era in ospedale, ha perso la metà dei capelli e, per il trauma, è dovuta andare in cura da uno psicologo.