Siria, sì al trattato: Assad detta condizioni. Ma agli Usa “non bastano parole”

Siria, Assad: "Consegnerò le armi chimiche"DAMASCO – E’ ufficiale: la Siria firmerà il trattato di non proliferazione di armi chimiche. Prima l’annuncio del leader siriano, Bashar al Assad, che in un’intervista ad un’emittente russa ha dato il suo via libera alla proposta di mediazione avanzata nei gironi scorsi da Putin e appoggiata dagli Stati Uniti. Poi l’atto formale in una lettera che il governo siriano ha inviato al Segretario generale delle Nazioni Unite.

Ma agli Usa “le parole non bastano, servono passi concreti”: in questi termini il segretario di Stato americano, John Kerry, si è rivolto al regime di Damasco. ”Sia chiaro che non permetteremo un altro attacco chimico”. E se l’intesa dovesse fallire, ha assicurato il capo della diplomazia Usa, “l’uso della forza sarà necessario”. Mentre Kerry parla da Ginevra, dalla Casa Bianca si sottolinea come in questa fase ad essere in gioco sia soprattutto la credibilità di Vladimir Putin. Il presidente russo nelle ultime ore ha decisamente conquistato il centro della scena. E dalle colonne del New York Times si e’ rivolto direttamente agli americani, elogiando Barack Obama per aver accettato l’apertura di una nuova finestra diplomatica, ma invitandolo alla prudenza e tornando ad ammonire gli Usa sull’eventuale attacco contro il regime siriano: attacco – ha ribadito Putin – che sarebbe considerato da Mosca come un’aggressione.

Assad intanto promette che consegnerà le armi chimiche in proprio possesso, ma ha posto anche delle condizioni agli Usa, sottolineando che il processo di smantellamento delle armi chimiche della Siria non deve essere unilaterale e che “gli Usa devono smettere di minacciare Damasco e di armare l’opposizione”. ”I terroristi tentano di provocare l’attacco americano sulla Siria”, ha aggiunto Assad sostenendo che i guerriglieri hanno nel loro arsenale armi chimiche ottenute da Paesi stranieri. oltre, Assad ha dichiarato che “non è da escludere che i ribelli siriani usino armi chimiche contro Israele come provocazione”. Ed ha aggiunto che “nessun Paese in Medio Oriente, prima di tutto Israele, dovrebbe avere armi di distruzione di massa”.

La lettera del governo siriano è comunque solo il primo passo di un percorso articolato al termine del quale, e solo allora, si renderà effettiva l’adesione. L’entrata della Siria è una delle condizioni richieste nella bozza di risoluzione francese presentata pochi giorni fa al Palazzo di Vetro. Il trattato in questione è stato stilato nel 1993 ed è entrato in vigore nel 1997.

Nel corso dell’intervista Assad ha voluto precisare che la sua decisione è stata il risultato della proposta della Russia e non della minaccia di un intervento militare da parte degli Stati Uniti.

Si rimette in moto dunque la diplomazia per sfruttare lo spiraglio di pace aperto dalla proposta russa. Le speranze di trovare una soluzione negoziata al conflitto sono appese anche al rapporto degli ispettori Onu sull’attacco con armi chimiche dello scorso 21 agosto contro un quartiere alla periferia di Damasco, rapporto che potrebbe essere reso pubblico lunedì.

 

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