Siria, il padre come il figlio. Al-Assad cannoneggia Hama, vuole nuovo macello?

Pubblicato il 31 Luglio 2011 - 12:46| Aggiornato il 27 Maggio 2012 OLTRE 6 MESI FA

Hama (Ap photo/Lapresse)

HAMA (SIRIA) – A distanza di 30 anni il regime siriano ci riprova: colpi di cannone sulla folla che protesta. Il bilancio, ancora provvisorio, lascia pensare ad un massacro. Le vittime sono più di un centinaio, ma la conta è difficile.

Tutto succede nella ricca città di Hama, nella zona occidentale del Paese, a nord di Damasco. E il pensiero corre al 1982, a quello che nei libri di storia locali è ricordato come il “macello di Hama”. Anche allora c’era la rivolta e anche allora, al governo della Siria, c’era un al-Assad. Si tratta di Hafiz, morto nel 2000 e padre dell’attuale presidente-padrone della Siria Bashir al-Assad.

Il 3 febbraio di quasi 30 anni fa, al culmine di una rivolta dei “Fratelli musulmeni” l’esercito di al-Assad padre entrò ad Hama e iniziò a sparare sulla folla. Fu un bagno di sangue: mai chiarito fino in fondo il numero delle vittime con una forbice che va dai 10 ai 50 mila a seconda delle fonti.

Quello che è chiaro è che fu un massacro politico e religioso. Hama, quarto centro della Siria con circa mezzo milione di abitanti, è città ricca e soprattutto a grande maggioranza sunnita. Il regime di Bahsar al-Azad è invece Alawita.

Le ferite di quella repressione, ad Hama, non si sono mai rimarginate. Così, non appena in Siria ha iniziato a soffiare il vento della rivolta tre mesi fa, la città è stata tra le prime a ribellarsi contro le insegne del regime, nel sogno ufficiale di un Paese democratico e quello ufficioso di una sostanziale separazione dal Paese.

Il New York Times, in un lungo pezzo dello scorso 19 luglio, racconta di Hama in rivolta: “Barricate, lampioni divelti, secchi della spazzatura rovesciati e usati come trincee”. Gli abitanti, spiegava il giornale, si preparano a “ricevere” il ritorno dell’esercito di al-Assad. “Hama è libera e deve rimanere libera” è stato fino ad oggi lo slogan dei manifestanti. Poi, al loro canto si è sostituito il rumore dei cannoni. Assad figlio vuole essere tale al padre: la rivolta di Hama va soffocata nel sangue. Per arrivare a 10 mila morti la strada sembra lunga ma non lo è. La speranza, ovviamente, è che non ci riesca.

Il testimone: “Qui è così da mesi”.  ”Dalle prime ore di questa mattina ho cominciato a sentire distintamente il rumore dei bombardamenti” nella città siriana di Hama assediata da esercito e forze di sicurezza, ha detto un testimone sul posto all’Ansa. ”In questo momento il rumore delle bombe non arriva piu’, ma è riecheggiato per tutta la città dove l’intervento delle forze di sicurezza non e’ limitato solo al centro”, ha spiegato. Hama è sotto assedio da almeno un mese, ma questa mattina sono entrati in azione i tank e le forze di sicurezza intenzionate a stroncare la protesta anti regime alla vigilia del Ramadan. ”Non è successo niente di diverso oggi – ha detto ancora il testimone – qui la protesta va avanti da tre mesi, ma si tratta solo di gente che manifesta chiedendo libertà”.

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