Siria: doppio attentato a Damasco, morti poliziotti e civili

Pubblicato il 17 Marzo 2012 - 08:25 OLTRE 6 MESI FA

DAMASCO – “Due attentati terroristici si sono verificati sabato mattina a Damasco”, ha detto la televisione ufficiale siriana precisando che stando alle prime informazioni gli attacchi sono stati compiuti con due autobomba.

Secondo la testimonianza di residenti, una delle esplosioni è avvenuta vicino ad un edificio dei servizi segreti dell’aeronautica militare siriana, mentre la seconda avrebbe colpito una stazione di polizia. Per la tv di Stato i quartieri coinvolti sono quello di al-Qasaa e di Duar al-Jamarik . Alcune fonti parlano di attentati kamikaze.

Diversi civili e agenti delle forze dell’ordine sono rimasti uccisi, almeno 27. Una colonna di fumo nero si è sviluppata in seguito alle esplosioni. L’esplosione avviene due giorni dopo il primo anniversario della rivolta contro Assad. Il gruppo di opposizione siriano che ha base a Londra, Syrian Observatory for Human Rights, ha detto che gli attentati hanno preso di mira sedi della sicurezza siriana senza dare ulteriori dettagli.

Secondo quanto riferisce l’agenzia ufficiale Sana, due autobombe parcheggiate nei pressi dei due edifici sono esplose attorno alle 7:30 locali (le 6:30 in Italia) nei due quartieri centrali di Baramke e via Baghdad. L’agenzia Sana e la tv di Stato mostrano immagini di uomini in abiti civili, subito accorsi sui luoghi delle esplosioni, che raccolgono da terra a mani nude e senza alcun controllo visibile della polizia brandelli di corpi. Vicino ad alcune pozze di quello che sembra essere sangue rimangono bottiglie di plastica intatte e non deformate dall’esplosione. Le immagini della tv di Stato e della Sana indugiano sui corpi bruciati e sui danni materiali inflitti a veicoli ed edifici circostanti.

Un’ondata di attentati ha colpito le grandi città siriane negli ultimi mesi e adesso il timore è che al Qaeda abbia approfittato di un anno di rivolte contro il regime di Bashar al-Assad per spostare il focus delle sue operazioni, dal vicino Iraq alla Siria,. Il 3 marzo un kamikaze si fece esplodere in un veicolo nella città che è stata la culla del movimento di proteste, Daraa, a sud di Damasco, uccidendo 2 persone e ferendone una ventina.

Il 6 gennaio, un’autobomba esplose proprio nella capitale, uccidendo 26 persone e causando il ferimento di decine di altre, la gran parte civili; e anche in quel caso, la tv di stato parlò di kamikaze e di attentati terroristici. Gli Usa hanno finora resistito ai crescenti appelli dei Paesi alleati del mondo arabo, Qatar e Arabia Saudita in testa, perché si armino i ribelli, proprio nel timore che le armi possano cadere in mano di frange jihadiste.

Il capo di al Qaeda, Ayman al-Zawahiri, ha espresso il suo sostegno alla rivolta siriana in un messaggio pubblico diffuso a febbraio: messaggio in cui il medico egiziano criticava il regime per i suoi crimini contro la popolazione e lodava l’insurrezione popolare.