Siria, autobomba insanguina Aleppo: nuova missione onu

ROMA, 18 MAR – Ennesimo sanguinoso attentato in Siria dopo le due esplosioni che ieri hanno causato 27 morti a Damasco. Oggi e' stata colpita Aleppo, seconda citta' del Paese: un'autobomba e' saltata in aria nel quartiere di Suleimaniya vicino a un ufficio dei servizi della sicurezza politica e ha provocato due-tre morti a seconda delle fonti e 25-30 feriti.

Il veicolo imbottito di esplosivo era stato parcheggiato tra due palazzi e la deflagrazione ha gravemente danneggiato gli edifici: la televisione di stato ha mostrato le immagini di finestre in frantumi, negozi sfondati, feriti a terra e macchie di sangue. Come per i precedenti attacchi, anche oggi oppositori e governo si sono accusati a vicenda di essere gli autori dell'attentato. ''Il regime siriamo sta cercando di portare il terrore nelle zone piu' grandi e piu' importanti, in particolare Damasco e Aleppo, dove nelle ultime settimane si sono tenute imponenti manifestazioni'', ha commentato un esponente del Consiglio nazionale siriano (Cns, opposizione).

La televisione di stato ha invece dato voce a decine di sostenitori del presidente, radunati per una manifestazione filo-governativa a Damasco, e ha accusato le autorita' del Qatar e dell'Arabia Saudita di essere responsabili ''del sangue che sta scorrendo nel Paese''. La stampa ufficiale siriana dal canto suo ha lanciato un attacco a tutto tondo contro Doha e Riad. ''Il terrorismo di Hamad e (del re saudita Abdullah) al-Saud non e' una novita' – scrive il quotidiano as-Saura – Conosciamo gia' i loro crimini sanguinosi frutto del loro rancore … abbiamo sentito bene i loro appelli e i loro incitamenti'' alla violenza.

Sul piano diplomatico, collaboratori dell'inviato Onu e della Lega Araba per la Siria, Kofi Annan, partiranno gia' domani da Ginevra e New York per Damasco per trattare l'invio di una nuova missione di osservatori incaricati di tentare di porre fine alle violenze e alle uccisioni. Altro personale delle Nazioni Unite e' gia' da oggi nel Paese per cercare di valutare la situazione umanitaria. Una questione, quest'ultima, che preoccupa sempre piu', tant'e' che a Mosca, alleata di Damasco, domani il presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr), Jakob Kellenberger, incontrera' il ministro degli esteri Serghiei Lavrov proprio per avere il suo appoggio per ''un cessate il fuoco quotidiano di almeno due ore, indispensabile per permettere l'evacuazione dei feriti''. Ce ne sono stati anche oggi, in varie localita' del Paese. Imprecisato il loro numero. L'Osservatorio siriano dei diritti umani ha fornito 'solo' il bilancio dei morti della giornata: 22, di cui 15 civili, sei soldati e un ribelle.

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